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Lukashenko incontra Putin: timori di una nuova offensiva

Scritto da Mario Marrandino Il . Inserito in Il Palazzo

Putin Lukashenko

Il mare continua ad essere in tempesta intorno alla figura di Alexander Lukashenko, presidente bielorusso che nel corso dei mesi dell’invasione russa in Ucraina mai ha celato di simpatizzare e parteggiare per le scelte irredentiste del Cremlino. L’accoglienza riservata da Minsk al presidente Vladimir Putin è stata articolata con tutti gli allori del caso: fiori, hostess, presenza del leader Lukashenko all’aeroporto e corsia preferenziale diretta per un colloquio che ha portato alla concretizzazione di nuovi timori in seno all’Europa.

Lukashenko ha annunciato un solido rafforzamento delle relazioni con Mosca, sancite dal dispiegamento di missili S-400 Iskander, dalla scelta di proseguire con delle operazioni militari congiunte e con la creazione di uno spazio comune di difesa aerea. Putin ha inoltre specificato il disinteresse della Russia di fagocitare altri paesi, sfatando il timore di voler assorbire la Bielorussia ed elogiando, anzi, il filo conduttore di collaborazione che nel tempo, nonostante le difficoltà figlie della guerra, è divenuto ancor più solido. Secondo alcune letture dell’incontro, però, a conti fatti, nella concretezza del tema della guerra, parrebbero queste posizioni non esser differenti da quelle prese in passato: effettivamente Minsk non arretra, né avanza nel suo ruolo e il tema del conflitto è stato trasversale rispetto al vero dialogo sul reciproco sostegno e sviluppo economico.

Da Kyiv vengono inevitabilmente ribaditi i timori di questo meeting e del rafforzarsi dell’alleanza tra i due paesi: l’apertura concreta di un fronte Bielorusso renderebbe la difesa più complessa e questa paura diventa sempre più fondata, soprattutto in virtù dei recenti attacchi dei russi, che puntano all’indebolimento della popolazione, oltre a quella delle milizie, colpendo le risorse di sostentamento di base, come le centrali elettriche, le reti di trasporto principali, i percorsi di approvvigionamento di cibo e acqua. Nonostante ciò, le forze armate ucraine segnalano di aver abbattuto almeno 30 dei 35 droni kamikaze lanciati dal Mar d’Azov.

Nel mentre, come riportano le testate internazionali, la flotta russa stanziata nel Pacifico è partita per delle operazioni di esercitazione, congiunte con la Cina.