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Chongqing, Cina: chiude l’industria “zero-covid”, proteste dei licenziati

Scritto da Mario Marrandino Il . Inserito in Il Palazzo

ZH Chong prot

La compagnia Zybio, divenuta in questi mesi baluardo industriale nella produzione di strumenti per i kit antigenici utili alla lotta e al tracciamento del covid in Cina, chiude definitivamente a seguito dell’abbandono da parte del governo di Pechino della “zero-covid” policy.

Le proteste dei licenziati hanno coinvolto centinaia di lavoratori, improvvisamente senza lavoro a seguito del cambio di rotta di Xi Jinping con le strategie di contenimento e contrasto al covid: quello che doveva essere un percorso di graduali aperture si è tramutato invece in una corsa alla normalità, ormai in parte dimenticata dopo tre anni di serratissime restrizioni. Sui social di tutto il mondo, circolano foto e video di scontri, talvolta particolarmente violenti, tra i lavoratori e le forze dell’ordine.

Le rivendicazioni così accese in Cina sono sempre una rarità, ma negli ultimi mesi la situazione è gradualmente mutata e se in un primo momento la lotta alle scelte del Partito si incentrava sulle costrizioni imposte per i lockdown forzati, oggi si punta all’obiettivo opposto: dare un’alternativa concreta a chi, proprio attraverso le chiusure e l’esperienza della pandemia, era riuscito a contestualizzarsi lavorativamente in una Cina la cui condizione economica non è delle più rosee, soprattutto a seguito della migrazione di tante multinazionali che nel corso di questi mesi hanno abbandonato il paese.