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Rivoluzione inglese del 1642- 49 (seconda parte)

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

Rivoluzione inglese

Lo stesso arcivescovo di Canterbury, arrestato nel 1640, fu decapitato cinque anni dopo. Contribuivano molto a eccitare l’opinione pubblica contro il sovrano non solo alcuni abili ed eloquenti deputati (Pym, Hampden, St. John, Holles, Vane) ma persino alcuni moderati (Hyde, Falkland, Digby, Capel) e in generale tutti i puritani i quali mirando ad abbattere il potere regio, attaccavano la Chiesa anglicana che di quel potere era uno dei pilastri.

Reso impossibile lo scioglimento del Parlamento senza il suo consenso, aboliti la Camera Stellata e gli altri organismi che avevano reso possibile al sovrano di governare dal 1629 al 1640, accusato Carlo I d’aver fomentato una sanguinosa rivolta dei cattolici irlandesi, d’aver prelevato danari per armare un proprio esercito, al momento opportuno il Parlamento per giustificare la propria condotta rivolse un appello al popolo (‘Remonstrance’) pieno di falsità mescolate con evidenti verità che rendevano plausibili anche le prime. Il tentativo fallito di Carlo I d’arrestare cinque deputati entrati in trattative coi ribelli scozzesi (gennaio 1642) fu all’origine della guerra civile. Carlo I riparò a York e di fronte alle esorbitanti richieste avanzate dal Parlamento (2 giugno) alzò il vessillo di guerra a Nottingham (22 agosto). Dapprima vittoriose, le truppe reali furono battute a Edgehill (1643), a Marston-Moor, nuovamente a Newbury (1644), poi ancor più gravemente a Naseby (1645).

Carlo I, che aveva sperato nell’appoggio degli Scozzesi inimicatisi con gli Inglesi, fu, a causa di sue manovre sleali, venduto dai primi ai secondi per 400 mila sterline. Catturato a Wight fu processato e decapitato (30 gennaio 1649), per volontà del generale Cromwell, il quale era andato distinguendosi durante la guerra e aveva da ultimo soppiantato il generale Fairfax: la guerra civile aveva messo in secondo piano i parlamentari e portato alla ribalta i militari. Abolita la monarchia e la Camera dei Lord, Cromwell batté gli Irlandesi e gli Scozzesi obbligando alla fuga il figlio di Carlo I, il futuro Carlo II, e governò dittatorialmente con l’assistenza di quel che rimaneva del Lungo Parlamento, finché non lo sciolse violentemente nel 1653. Ricostituì subito dopo un Piccolo Parlamento di 156 membri che riformò l’ordinamento giudiziario, introdusse l’elezione del pastore da parte dei fedeli delle singole parrocchie e rese obbligatorio il matrimonio civile; ma timoroso del malcontento pubblico, Cromwell, epurato anche il Piccolo Parlamento, si fece proclamare Lord Protettore (1653).

Si instaurò allora, di fatto, una monarchia militare puritana assai lontana dalla democrazia desiderata dai puritani, tanto lontana che il deputato Vane fu incarcerato per averne domandato l’instaurazione (1656). Morto Cromwell nel 1658 il suo sistema di governo perì con lui e due anni più tardi fu restaurata la monarchia nella persona di Carlo II. Se dal punto di vista internazionale Cromwell contribuì assai ad aumentare la potenza inglese a scapito dell’Olanda e della Spagna, all’interno lascio di sé un ricordo talmente cattivo che gli Inglesi da allora preferirono a ogni tentativo rivoluzionario la strada delle riforme. Comunque questa rivoluzione servì ad aprire la porta del potere alla borghesia e rese definitivo il distacco dell’Inghilterra dalla Chiesa di Roma.