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La Moldavia sceglie il rumeno: così cambia la carta linguistica del vecchio continente

Scritto da Mario Marrandino Il . Inserito in Il Palazzo

proteste moldavia

A maggioranza il Parlamento moldavo vota a favore di un cambio di direzione storico: la nuova lingua ufficiale di Stato sarà il rumeno, in controtendenza ai fasti del passato in cui l’idioma predominante era il russo, constata anche la precedente dominazione URSS sui territori moldavi.

La questione spacca l’opinione pubblica da anni. Nella Costituzione moldava, la reciproca definizione di “lingua ufficiale” fa riferimento alla “lingua moldava” e in queste settimane di rovente attenzione circa la questione della Transnistria, la maggioranza parlamentare di Chisinau ha presentato un progetto di legge in cui la denominazione dovrà esser modificata in “lingua romena”.

La decisione della maggioranza però non esime i rischi a cui il governo si è esposto propendendo per questa scelta, che effettivamente crea uno spaccato importante nel già teso apparato sociale perché la comunità russofona è importante anche nel territorio moldavo, al punto da esser seguita con attenzione dal Cremlino, e un cambiamento del genere può essere un’importante miccia per lo scoppio di rivolte e scontri, oltre che ripercorrere la storia di questioni non dissimili localizzate nell’area del Donbas.

Inoltre, un ulteriore problema risiede nel fatto che, al di là della lingua, i filorussi in Moldavia sono molti ed è la stessa burocrazia a essere pregna di riferimenti all’idioma di Mosca: tanti atti, documenti e produzioni istituzionali restano in doppia lingua (rumeno e russo), nonostante recentemente sia stata varata una legge che bandisce il cirillico nei ministeri.

Il timore nei filorussi risiede soprattutto nel fatto che con questa scelta politica e culturale la Moldavia voglia puntare ad una unificazione con la Romania, così da ottenere un percorso preferenziale per l’accesso in UE: Chisinau sarebbe candidata all’ingresso nell’Unione da giugno scorso, con tale legge e con le presumibili intenzioni di governo, è altamente presumibile il raggiungimento dell’obiettivo in tempi più celeri.