Georgia: proteste dopo l’ok alla legge sugli “agenti stranieri”
Il Parlamento georgiano ha approvato in prima lettura due bozze del progetto di legge introducente nuovi e serrati controlli circa i cosiddetti “agenti stranieri”, ovvero i media, provocando un rigurgito di proteste e manifestazioni di massa, in particolare a Tbilisi, alle quali la polizia ha reagito in maniera violenta e indiscriminata. Per evitare assedi alle strutture dello Stato, gli agenti, armati di cannoni ad acqua, spray, lacrimogeni e strumenti antisommossa, avrebbero alzato barricate e protetto le aree più calde fin dai primi minuti dopo l’approvazione della predetta legge.
La legge è sostenuta dal partito Sogno Georgiano ed è stata presentata dal partito filogovernativo Potere del Popolo e ammicca particolarmente ad un principio già esistente in Russia, oggetto di più e più accuse di censura e forti limitazioni all’informazione e ai mezzi di comunicazione.
La presidente georgiana Salome Zurabishvili, da New York dove è attualmente in visita, ha espresso il proprio sostegno alla causa delle rivolte: “Mi rivolgo a voi che rappresentate la Georgia libera. La Georgia che vede il suo futuro in Europa e non permetterà a nessuno di privarla di questo futuro”. Inoltre promette di imporre il veto sulla legge, pur potendo comunque il parlamento georgiano la possibilità di annullarlo, nella speranza che possa configurare un segnale forte per dimostrare la controtendenza di una certa parte della politica.
La reazione dell’UE è stata repentina, con le dichiarazioni di Josep Borrell: “Si tratta di uno sviluppo molto negativo per la Georgia e per il suo popolo. La legge, nella sua forma attuale, rischia di avere un effetto raggelante sulla società civile e sulle organizzazioni dei media, con conseguenze negative per i molti georgiani che beneficiano del loro lavoro” e ancora ha specificato l’incompatibilità della legge con i valori standard UE e contro l’obiettivo prefissato dal paese di entrare nell’Unione.