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Napoli sbarca al festival di Venezia 2014: Mario Martone presenta il suo Leopardi “napoletano”

Scritto da Francesco Verdosci Il . Inserito in Cinema & TV

Verdosci-Leopardi

Napoli torna al Festival del cinema di Venezia in grande stile. Ufficializzata da poche ore la partecipazione al concorso dell’attesissima opera dell’autore e regista napoletano Mario Martone ed il suo Leopardi “napoletano”, protagonista de Il Giovane Favoloso.

Mario Martone, poliedrico artista dalla spiccata napoletanità, ha cominciato con l'avanguardia teatrale e da circa dieci anni vive completamente immerso nel XIX secolo. Una fuga dal proprio tempo - molto leopardiana - che si coronerà ad agosto per la 71esima Mostra del Cinema di Venezia dove sarà in gara con questo tanto atteso quanto insolito film/biopic sul poeta di Recanati, “Un personaggio irresistibile e infinito; impossibile da non trasporre su pellicola”, come dichiara il regista napoletano innamorato dell'Ottocento che, a detta di tutti, pare già abbia mezzo Leone d'Oro in tasca.

Questa grandiosa opera, realizzata dal regista e dalla sua collaudata e fidata troupe napoletana - con cui aveva già realizzato il magnifico e controverso Noi Credevamo sulla “rivoluzione del Cilento” e girato nella provincia di Salerno - è prodotta da Rai Cinema con l’aiuto economico della regione Marche e del MiBac, ma con la totale assenza di impegno ed interesse della Regione Campania e del Comune di Napoli, città che è stata il set principale del film, essendo protagonista storica della parte finale della vita del “giovane favoloso”.

Nel film su Leopardi, interpretato dal sempre più bravo Elio Germano, non mancheranno né le ricordanze amorose per Fanny Targioni Tozzetti - la tanto vagheggiata Aspasia, interpretata dalla sensuale Anna Mouglalis - né i motivi polemici di quando il poeta reagisce al clima politico-culturale che lo circonda. Ma soprattutto non mancherà la bellissima storia d'amicizia con Antonio Ranieri (impersonato dall’ex giovane Montalbano, Michele Riondino) cioè il nobile napoletano amico del cuore, di 8 anni più giovane, che lo strappò all’ossessivo micromondo di Recanati - e all'ambiente familiare privo di slanci e confidenze - per trasportarlo nella ricchezza di affetti, di colori, di suoni e di passioni della Napoli ottocentesca e della costa del Miglio d’Oro, che fu poi di ispirazione per la meravigliosa Ginestra e che fu il luogo della sua prematura morte e poi sepoltura (pochi ricordano che il giovane favoloso è sepolto al parco Virgiliano, quei pochi che si recano di tanto in tanto al sepolcro per onorarlo).

Il disinteresse totale della Campania e della città di Napoli rappresenta un ulteriore scandalo che, seppur piccolo, si aggiunge a quelli più recenti della chiusura delle librerie e delle transenne ai monumenti napoletani e che ancor di più ci fa rendere conto di come le istituzioni, campane prima e napoletane poi, siano assolutamente disinteressate a tutto ciò che è cultura e che ha come protagonista la nostra abbandonata regione e le nostre città pericolanti.

Nella regione più monumentale d’Italia ed a Napoli, culla della civiltà meridionale, tutto ciò che è arte non porta pane o danari. Panem et Circenses, dicevano i Romani. Il popolo si imbonisce con il lungomare liberato e l’America’s Cup, con i festival della pizza e della Nutella, non certo con la lettura, l’arte, il cinema o la poesia leopardiana. Meditate, gente, Meditate!