Napoli, la storia si sgretola giorno dopo giorno
Giorno dopo giorno la storia di Napoli si sgretola sotto i nostri occhi. I crolli, da sporadici, sono diventati all'ordine del giorno. Gli incidenti e i danni si ripetono. La storia muore piano piano. Complice la crisi economica, nessuno si occupa più dei sontuosi palazzi e edifici borbonici, che da sontuose dimore, stanno diventando “catapecchie” che perdono pezzi.
A Luglio morì il giovane Salvatore Giordano, ucciso dal rabbioso palazzo, colpevole soltanto, di ammirarlo! Si discute ora di chi debba pagare i danni da morte alla famiglia del ragazzo: il comune o i privati, chi è colpevole? Chi dovrà risarcire i danni? Chi ridarà Salvatore alla sua famiglia!?
La Galleria è oggi transennata. Il comune finalmente ha potuto iniziare i lavori che pianificava da tempo, da sempre ostacolati dalla Sovraintendenza a causa della loro economicità, non conforme a dare alla struttura il suo antico splendore...intanto se questi lavori non avessero trovato ostacoli, ora probabilmente Salvatore girerebbe ancora per le strade di Napoli e magari si troverebbe proprio dove ora gli operai stanno ripulendo il “borbonico assassino”. Non solo la Galleria Umberto, anche il Palazzo Reale e il Teatro San Carlo sono transennati: Napoli non vuole altri incidenti...Napoli vuole ridare a se stessa il suo originario splendore.
Ciò nonostante, il problema non è arginato: pochi giorni fa un turista di trentasei anni è stato ferito dal crollo di alcuni calcinacci a Via Chiaia, perfino l'emblema del benessere Partenopeo si sgretola a causa del tempo e dell'incuria dell'uomo.
I Quartieri Spagnoli sono protagonisti di un lento ma costante processo di decadimento spontaneo, i palazzi un tempo barocchi, sono oggi scheletri di cemento e mura rovinate con le loro ossa ferrate in bella mostra.
Perfino la celeberrima Chiesa di Santa Chiara perde pezzi, come gli stessi palazzi della centralissima Piazza Trieste, insomma il “problema crolli” a Napoli è una vera e propria emergenza per il Comune.
Le nostre belle città, i nostri bei monumenti, la nostra cultura è oggetto di un disinteresse generale.
La privatizzazione che è piena di pro e di contro, sta oggi soffrendo e mostrando i suoi limiti a causa di un potere pubblico poco attento verso il privato. Non si può privatizzare senza deburocratizzare. Si dice che l'Italia non è al passo con l'Europa, in realtà è il Legislatore Italiano a non essere al passo con gli Italiani. Aiutiamo noi stessi a ricominciare da un passato trionfale, curiamolo , poiché è ferito (come i palazzi napoletani) dal nostro disinteresse e costruiamo un futuro che poggi su queste robuste fondamenta, vivendo finalmente la nostra Italia. Utilizziamo al meglio le poche risorse che abbiamo, perché a volte non è la qualità del denaro a fare la differenza, ma l'ingegno di chi lo spende.