L'angolo del libro: Per farla finita con Eddy Bellegueule di Édouard Louis
Ero partito disilluso e prevenuto nei confronti di Édouard Louis, autore ed alterego del suo romanzo sociologico autobiografico “Per farla finita con Eddy Bellegueule” (il suo nome alla nascita, che nell'Italia della censura è diventato “il caso E.B.”). Non mi piaceva l'idea di un ragazzo troppo giovane, che parla male della sua famiglia omofoba e che ottiene un successo internazionale incredibile solo perché oggi la Francia deve dimostrare di essere leader dei diritti civili, come lo è sempre stata fin dalla Rivoluzione.
E invece non avevo capito niente, anche se avevo letto qualche pagina, titubante ed inorridito dalle scene di violenza assolutamente reali anche quando improbabili ed eccessive.
Non è invece un testo facile e il ragazzino lungo, da sempre quasi scheletrico, che incontro al Grenoble in una calda serata di novembre, è anch'esso un ossimoro esistenziale.
Un transumante spontaneo della classe sociale e culturale, già borghese fin dalla nascita, maturo nelle sue spontanee reazioni neutre di fronte alla violenza vissuta. Cita Pasolini meglio di uno studente universitario italiano, perché in Francia i nostri autori sono conosciuti meglio che da noi, e spiega con chiarezza, usando senza giudicarli neanche oggi e dal vivo, le storie di violenza agita ma soprattutto subita da parte dei genitori, coetanei e parentado vario.
In fuga dal falso mito del Buon Selvaggio, Eduardo, ancora un Eduardo nella nostra città partenopea, ci insegna come le classi popolari, rurali ed operaie, siano naturalmente violente e ancora fuori dalla cultura globale all'inizio di questo millennio.
La loro violenza non è però una colpa, né un destino, ma la conseguenza necessaria delle umiliazioni e della vergogna, repressa e negata, di una società, oltre che di storie personali difficili, che si dicono libere, ma che non hanno mai avuto un'opportunità di emancipazione, nonostante l'evoluzione apparente delle società occidentali.
Opportunità che invece a lui viene data, o meglio viene obbligata, e così la fuga diventa espulsione sociale ulteriore, perché, come tutti i personaggi della sua vita, se gli fosse stata data la scelta, il suo destino sarebbe stato, come lo è stato durante l'infanzia e l'adolescenza, quello di restare imprigionato orgogliosamente al ruolo di vittima violenta, contro sé stesso e contro chiunque altro avrebbe trovato nella sua vita di alquanto diverso e debole.
La sua storia è un archetipo della relazione tra genitori e figlio omosessuale, che nasce con il mito di Ippolito narrato da Euripide ed arriva con rarissimi esempio alla tragica Poesia alla Madre, appunto di PPP, mentre gli psicanalisti, specialmente omofobi i Lacaniani, quindi quelli francesi, continuano a pretendere ruoli familiari colpevoli nella genesi di quella che considerano ancora una patologia.
In questo Édouard Louis non entra volontariamente, così come resta incredulo di fronte alle reazioni emotive del pubblico, che impara a non essere più omofobo o che impara a parlare del proprio dolore e della propria infanzia violenta, come capita anche questa volta ad un giovanissimo ragazzo, fuggito dalle nostre italiche cittadine di periferia, altrettanto magro nell'aspetto e delicatamente effeminato.
Il suo metodo è quello quasi gelido del sociologo, ancorché applicato a sé stesso ed alla condizione sociale delle classi rurali ed operaie nelle piccole cittadine francesi e quindi per estensione europee. Un gelo che mette in difficoltà chi lo approccia la prima volta, ma che poi ci rivela un universo semplicemente ignorato dalla globalizzazione e da questa nondimeno violentato ulteriormente proprio perché negato.
Auguriamo una vita felice ed un felice matrimonio, sinceramente desiderato dall'autore, ad Édouard Louis, che ci stupirà sicuramente anche con il prossimo libro, ancora in lavorazione, che parlerà della difficile integrazione dei migranti algerini (i cosiddetti magrebini) dopo la guerra d'Algeria, o meglio dopo il doloroso e tragico conflitto, ancora non concluso, che li ha fatti emergere dalla condizione coloniale.
Édouard Louis
Il caso Eddy Bellegueule
Bompiani, 169 pagine, 14 euro
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