Ospedale Cardarelli: "non ci sono abbastanza scialuppe"

Napoli e non solo nell'immediatezza della notizia.
Riflessioni a 360° su quel che succede dentro e fuori i confini nazionali.
Camminando per le strade, in questi giorni, con stupore ritroviamo una vecchia presenza: la spazzatura. Per il momento, perché mi ripropongo di girare ogni quartiere della città per appurare lo stato delle cose, parlo solo di Chiaia, quello che dovrebbe essere il salotto buono di Napoli.
Con l’imminente riapertura delle scuole, in un periodo così ambiguo come quello attuale, è stato deciso di inserire nel contesto scolastico una nuova figura: il referente Covid.
Sono le seguenti alcune delle proposte di Silb Fipe - Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da ballo e di spettacolo - per evitare che sia prorogato lo stop alle discoteche stabilito durante la conferenza Stato Regioni dello scorso 16 agosto e in vigore fino al prossimo 7 settembre: mascherina da indossare sempre, anche mentre si balla, e sanzioni pesanti per chi non rispetta le regole, così come accade per chi viola la legge fumando all’interno di locali chiusi.
Torna periodicamente all'attenzione dell'opinione pubblica la favola del Ponte sullo Stretto di Messina, un attraversamento stabile per passeggeri e merci che eviti i tempi di attesa e la durata del viaggio finora affidati ai traghetti.
Il 20 e 21 settembre noi cittadini italiani siamo chiamati ai seggi per decidere se approvare o meno la legge sul taglio dei parlamentari.
Da pochi giorni è stata riaperta al pubblico l’Area Marina Protetta della Gaiola gestita dalla CSI Gaiola ONLUS; per l'accesso, gratuito e contingentato, è necessario prenotarsi sull’apposito sito; la regolamentazione non ha mancato di suscitare polemiche, particolarmente virulente sulle reti sociali.
Napoli è una città sospesa tra miseria e benessere. Chi ha un reddito fisso (e sono pochi napoletani) è un privilegiato e se lo tiene stretto stretto. E' uno stipendio da lavoro soprattutto nel settore pubblico, dove rimangono ancora molti impiegati fino all'età della pensione.
Un certo tipo di propaganda è ormai vecchia, è stagionata. Un certo sciacallaggio mediatico, che ha fatto le sue fortune in una certa stagione, in un certo strato della popolazione, ormai non è più efficace, non fa più paura non porta più consensi. Dopo aver vissuto la paura, quella vera, i loro slogan vuoti e privi di significati e di risposte concrete, non fanno più paura a nessuno.
A Napoli, lo stop del TAR, no ai tavolini in più davanti ai locali. Intanto in Puglia, già dallo scorso weekend, riaprono pure le discoteche all'aperto.
Caos normativo, il Tar sospende l'ordinanza di de Magistris, accogliendo la richiesta del comitato "Chiaia viva e vivibile". Il Comune: "Esterrefatti da freni ad attività economiche, valuteremo caso per caso". Intanto in Puglia, i locali già riaprono. Per il primo weekend di riapertura dei locali all'aperto, discoteche piene. Polemiche per la riapertura delle piste da ballo, tanti video e foto sui social di persone indignate che mostrano il mancato rispetto delle distanze di sicurezza e senza mascherina. Ma cosa c'è da sorprendersi?
I napoletani hanno salutato a modo loro la fine della minaccia del corona virus. L'hanno fatto prendendo a pretesto la vittoria della squadra di calcio del cuore, il Napoli, nella partita finale di una Coppa dei campioni.
Da quando esiste l’uomo sono esistiti i complotti, da Giulio Cesare a Adolf Hitler, alcuni riusciti altri meno, altra cosa è la teoria del complotto o, potremmo dire, la sindrome da complotto. Queste teorie sono ricostruzioni dei fatti che criticano la verità come è comunemente accettata dall’opinione pubblica: tali ipotesi non sono dimostrabili per definizione, altrimenti smetterebbero di essere teorie ma fatti.
È noto che la coesione sociale non è una marcata caratteristica degli italiani; qualcuno si è illuso che crescesse nella prima fase dell’epidemia di Covid-19 ma già quella successiva ci ha richiamato alla realtà. La crisi accentua le divisioni e i provvedimenti della cosiddetta ripartenza, anche per la limitatezza delle risorse, creano più malessere di quanti ne plachino; senza coesione sociale non c’è intervento economico che basti.
Sarà difficile sostenere che il debito accumulato dalla città di Napoli negli anni (più di quaranta anni dal secolo scorso ad oggi) è un debito ingiusto, privo di ogni fondamento giuridico, addirittura privo di responsabilità politica. Chi sarà in grado di sostenere questa tesi, a parte alcuni studiosi isolati e naturalmente gli amministratori di Palazzo San Giacomo?
La linea politica di Italia Viva, o meglio di Matteo Renzi, è oramai riassumibile nel detto «tanto tuonò che non piovve».
Il leader di IV è prigioniero di se stesso, imprigionato in una enorme autoesaltazione personale e della sua creatura politica che, sondaggi alla mano, è più che marginale nello scenario politico italiano.