Un cambiamento possibile
La Campania è allo sbando. Negare quest'evidenza è come negare che il sole sorge tutti i giorni. Basti pensare che i trasporti pubblici sono solo un ricordo sbiadito del passato; che la situazione del comparto sanità è al collasso; che le criticità legate al disastro rifiuti sono rimaste tali. Non è stato fatto nulla né per quanto riguarda le bonifiche dei territori né per quanto riguardo la gestione del ciclo rifiuti. Insomma un disastro su tutti i fronti che costa ai nostri cittadini tantissimo in termini personali, economici e sociali.
Ebbene ora che abbiamo la possibilità di cambiare concretamente questa situazione, di poter tornare a dire la nostra, di essere il tramite diretto tra i cittadini e le istituzioni il Partito Democratico campano si è impantanato nella discussione relativa a chi debba essere il candidato alla presidenza della Regione.
Nel Dna del nostro partito ci sono, per fortuna, le primarie. Strumento moderno per selezionare, in questo caso, il candidato governatore ma che rappresentano una forma di democrazia diretta e partecipativa, utile a far stringere ulteriormente il legame tra la base, i simpatizzanti ed i vertici del partito. Come ogni strumento può e deve essere migliorato e modificato, in base alle specifiche esigenze del caso. In base alle necessità del territorio e alle sue caratteristiche. Forse vanno meglio regolamentate, forse è opportuno proporre un albo degli elettori per eliminare la possibilità di inquinamento del voto, forse possono essere organizzate con date fisse. Ma pensare di tornare indietro ed eliminarle sarebbe un errore sia strategico che tattico, questo perché le primarie rimangono senza ombra di dubbio lo strumento principe per selezionare coloro che ci rappresentano ai massimi livelli.
Ebbene, in questo quadro così chiaro, l'aver rinviato per ben tre volte le consultazioni con il nostro elettorato rappresenta un errore marchiano. È assurdo boicottare le primarie perché il partito è spaccato e si è diviso in tifoserie da stadio. Di fatto la querelle sulle regole ci sta facendo allontanare dalla realtà, mentre abbiamo il dovere di proporre un'alternativa concreta alla candidatura dell'attuale Governatore Stefano Caldoro. Da oggi e non da domani è opportuno che si trovi la quadratura del cerchio e si superi questa impasse, che di fatto vanifica gli sforzi di coloro che lavorano e si impegnano per una Campania migliore. Per questi motivi è necessario che il 22 febbraio si voti, si scelga il candidato alla presidenza della Regione e si lavori per il futuro della nostra terra.