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Come affrontare l'obiezione di coscienza e l'aborto secondo me

Scritto da Angela Pascale Il . Inserito in Napoli IN & OUT

thumbnail Pascale. Copia

Dopo il caso della ragazza di Catania, morta dopo un aborto spontaneo, si è riaperto a gran voce e su tutti media il tema dell'aborto, dell'obiezione di coscienza e della legge che li regola e cioè la legge 22 maggio 1978, n. 194.

Sono stati sciorinati dati come: "Nel Molise è obiettore di coscienza il 93,3% dei ginecologi, il 92,9% nella PA di Bolzano, il 90,2% in Basilicata, l’87,6% in Sicilia, l’86,1% in Puglia, l’81,8% in Campania, l’80,7% nel Lazio e in Abruzzo." Si sono fatte interviste, e portato posizioni di ogni tipo, passando dai Radicali e arrivando al "Movimento per la vita" ma niente di quanto detto ha dato un qualche contributo alla salute e alla libertà delle donne. Per chiarezza, informare, dire la propria opinione, confrontarsi sono considerati dalla scrivente il "pane quotidiano" oltre che un diritto sacrosanto. Eppure, già, eppure, c'è una proposta di legge, ferma da luglio, su questo tema, che mi è rimasta impressa e che non può non essere ripresa, si trova a questo link, la prima firmataria è la deputata del PD Roberta Agostini e il titolo recita così: "Proposta di legge "Modifica all'articolo 2 della legge 22 maggio 1978, n. 194, concernente le funzioni dei consultori familiari e disposizioni in materia di obiezione di coscienza, di verifica dell'attuazione delle norme sull'interruzione della gravidanza, nonché di sanzione amministrativa pecuniaria per il reato di aborto clandestino" (3968)"

Dal 7 luglio (data di presentazione) ad oggi non è mai stata discussa. Sono certa che oltre alla proposta di legge dell'On. Agostini ce ne siano delle altre depositate e in attesa di essere discusse.

Ecco, mi piacerebbe che il dibattito si concentrasse non solo e sempre su quanti obiettori ci siano, su come si possa scavalcare il ristretto numero attraverso favori o denaro, sull'ennesima donna morta per aborto clandestino o per mancanza di cure adeguate, ma anche, e soprattutto, su come si possa modificare la legge per renderla migliore, maggiormente funzionale, più giusta ed equa.

E' questo il mio appello.

 

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