La storia di Frida Kahlo raccontata da Manuel Lieto
"Le cicatrici sono aperture attraverso le quali un essere entra nella solitudine dell'altro". Titolo : La Passione di Frida Kahlo Autore : Manuel Lieto Tecnica: Trittico, acrilico su tela. “La Passione di Frida Kahlo” è la terza opera di Manuel Lieto, giovane talento artistico partenopeo, nato a Napoli e attualmente residente presso il quartiere Materdei.
Il quadro con colori e simbolismi ripercorre l’intera vita di Frida Kahlo, all'anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954), pittrice messicana, non tralasciandone nessun aspetto né biografico né emozionale e affettivo.
Padre tedesco e madre spagnola per Frida Kahlo, che si dedicò totalmente alla pittura dopo il drammatico incidente avvenuto sul famoso autobus che le costò fratture vertebrali e femorali ed una lussazione di spalla. L’incidente scosse emotivamente Frida, rinchiudendola in una profonda e lunga solitudine.
Non a caso nell’opera il riferimento all’episodio è chiaro: Frida è rappresentata con il cuore scoperto ed il corpo fatto in mille pezzi con un chiodo in vagina che sanguina, ovvero il corrimano che durante l’incidente la trapassò dal fianco sinistro fino alla vagina.
L’allettamento forzato le permise però di leggere, studiare, esercitarsi nell’autoritratto (i familiari le posizionarono sul soffitto uno specchio) e una volta guarita divenne una attivista del Partito Comunista e una pittrice affermata grazie al suo incontro con Diego Rivera, illustre pittore dell’epoca, che sposò e amò intensamente per tutto il resto della sua vita nonostante i continui tradimenti di lui (l’ultimo con la sorella di lei Christina Kahlo) e le tribolazioni sessuali di lei (Frida viveva liberamente la sua omosessualità di cui non fece mai mistero).
Durante il soggiorno a New York per l’opera commissionata a Diego Rivera (l’affresco nel Rockefeller centre), Frida ebbe un aborto spontaneo per l’inadeguatezza del suo fisico, provato dalla malattia e dall’incidente, alla gravidanza e decise di ritornare in Messico. Nel quadro il cordone ombelicale è direttamente collegato al cuore, in modo da rappresentare l’aborto come un cuore fatto il mille pezzi, ad enfatizzare il legame viscerale tra una madre e suo figlio. L’unità è appunto sostenuta dal cordone ombelicale che dopo la morte del bimbo verrà riassorbito facendo cadere il cuore, che appare, appunto frammentato.
Frida amava la natura e per questo Manuel utilizza le quattro stagioni per rappresentare la vita della pittrice: primavera (volto di Fridha con rose), estate a sinistra (prato in fiore con farfalle), autunno sotto (incidente e aborto), inverno a destra (rami che fuoriescono dall’avambraccio dell’artista).
Il quadro sembra svolgersi da destra verso sinistra, ed infatti l’accesso alla biografia e alla vita di Frida sono proprio quelle cicatrici rappresentate dai rami con foglie, attraverso cui Manuel ci dà accesso alla storia di Frida ed al lungo susseguirsi delle sue gioie artistiche e intellettuali ma soprattutto delle sue solitudini umane e sentimentali.