Lettera aperta a Venanzio Carpentieri, segretario del PD di Napoli
Caro segretario,
Ho letto sui giornali nei giorni scorsi, di un accordo politico-istituzionale, tra il sindaco metropolitano De Magistris e il PD per gestire insieme il territorio dell'area napoletana. Sono trasecolato, non potevo credere a ciò che leggevo. E invece, era tutto vero, purtroppo.
Vorrei poter avere un luogo nel quale, con serenità, e perfino con un po' di compassione, poter discutere delle motivazioni che hanno portato ad una tale imprevedibile scelta.
É superfluo ricapitolare tutte le ragioni che hanno portato tutti noi a considerare l'esperienza amministrativa e politica di De Magistris tra le più negative della storia di Napoli. Né vale la pena ricordare che l'altalenante posizione tenuta dal PD a Napoli nei confronti di De Magistris l'ha pagata con una cocente sconfitta nelle elezioni amministrative dell'anno scorso. Quindi se di una cosa siamo certi tutti é che non si possano ripetere le ambiguità, le incertezze e le inconcludenze della passata consiliatura.
Sono queste le ragioni per le quali insisto con te perché ci sia un luogo di discussione per valutare con attenzione le motivazioni della scelta e, come io mi auguro, di poterla cambiare.
La motivazione di cui posso discutere é quella di cui ho potuto leggere in una stringata intervista resa da Jossa, capogruppo del PD all'area metropolitana. In sintesi é questa: lo facciamo per garantire i territori di cui siamo rappresentanti. È qui che io vedo un gravissimo deficit di cultura politica. Può mai essere possibile che la condizione principale per rappresentare un territorio sia quello di partecipare alla "gestione amministrativa" ?
È possibile che non possa venire in mente che, a fronte di una disastrosa impostazione politica e amministrativa di un De Magistris, non sia da preferirsi una chiara, coerente, programmatica opposizione?
Non sospetta Jossa, e con lui chi condivide, che una tale impostazione é figlia di una vecchissima cultura politica (democristiana?), che la nascita del partito democratico si proponeva di superare definitivamente.
Purtroppo vedo che non è così. Ed é un guaio soprattutto dalle nostre parti e forse per l'Intero mezzogiorno. Da noi temo che non sia proprio arrivato né il PD di Veltroni, né quello di Renzi. Molti renziani si, ma la cultura del vero PD no. E questo mi riempie il cuore di amarezza. Io che, fin dal 2000, ho provato, in compagnia allora di pochissimi altri, a sostenere la necessità di avere in Italia un unico soggetto politico, a vocazione maggioritaria, che superasse le due storie ormai minoritarie dei post comunisti e dei post democristiani. Purtroppo da noi non ci siamo ancora. Ed è la ragione profonda per la quale il 30 di aprile voterò Renzi, confidando sul fatto che fin dal primo maggio bisognerà mettere mano alla costruzione del vero PD.
Ho parlato di cultura politica non a caso. Di recente al Lingotto, Massimo Recalcati ha annunciato che il PD darà vita ad una scuola di formazione politica. Molto bene, é quello che ci vuole. Ho poi letto il programma delle prime elezioni, che si terranno a Milano. Meno bene, sia per la location, sia per la qualità dell'impostazione, a mio parere troppo accademica. Ma almeno cominciamo a provarci.
I miei giovani amici e compagni dei GD della Campania e di Napoli sanno quante volte li abbia sollecitati a fare qualcosa di analogo nella nostra realtà. E mi sono proposto tra quelli, certo non il solo e non da solo, potessero dar vita a questa iniziativa. Purtroppo neanche da loro ho ancora ricevuto una risposta.
Caro segretario,
mi aspetto che tu possa veramente prendere in considerazione questa mia richiesta di incontro chiarificatore. In ogni caso non si può far finta di nulla e avere come unica ragion d'essere una meschina sopravvivenza. Infine, son certo che non avrai sottovalutato le "roboanti" dichiarazioni del presidente De Luca, sul PD di Napoli. Tuttavia se non ci saranno conseguenti azioni politiche, tese a un vero cambiamento dell'attuale pessima situazione, anche quelle dichiarazioni risulteranno meri "flatus vocis".
Con simpatia
Berardo Impegno