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Perchè Napoli non è Amsterdam?

Scritto da Mariano D'Antonio Il . Inserito in Napoli IN & OUT

Amsterdam Napoli

E' una domanda che mi pongo spesso. Me la pongo ogni volta che prendo a Napoli l'aereo di linea che collega direttamente le due città e con mia moglie mi reco in visita a nostra figlia che vive e lavora come psicologa nella città olandese: ha sposato un docente, cittadino dei Paesi Bassi ed entrambi allevano in quella città due deliziosi bambini, il maschietto di dieci anni e la femminuccia di otto anni, vivacissimi e perfettamente bilingue, italiano e olandese, letti e parlati correntemente e tutte e due le culture ugualmente amate e apprezzate dai nostri nipotini.

Colpiscono ad Amsterdam alcuni aspetti della vita associata che ad un napoletano come me appaiono sogni, realtà inarrivabili. La città è servita egregiamente da tram che scorrono in sedi in parte proprie ma pure in buona misura percorse anche dalle autovetture private. Quando dico "egregiamente" mi riferisco alla puntualità del servizio. Ad ogni fermata dei tram ci sono cartelli che mostrano gli orari di passaggio dei veicoli. Non sono riuscito a beccarne uno che fosse in ritardo neppure di un minuto rispetto all'orario promesso.

I tram e gli autobus pubblici di Amsterdam viaggiano con il doppio agente a bordo, con il conducente e con il bigliettaio che controlla la lettura delle schede con memoria elettronica caricate dai viaggiatori degli importi necessari, vende i pochi biglietti sfusi ai clienti sprovvisti, regola il passaggio degli utenti dall'uno all'altro dei quattro ingressi/uscite. Il bigliettaio di solito è una donna, è attenta ed energica. Ti avverte di scendere sottoponendo di nuovo alla lettura la scheda prepagata. La fatturazione del viaggio è commisurata infatti al percorso che hai effettuato e se non fai leggere la scheda/biglietto alla fermata prescelta, rischi di pagare il viaggio per l'intero percorso del mezzo pubblico. La segnaletica a bordo del tram o dell'autobus è una combinazione di messaggi scritti e di messaggi vocali che si attivano durante il percorso richiamando l'attenzione del viaggiatore da una fermata all'altra. E' difficile, quasi impossibile ignorare dove ti trovi, saltare la tua fermata, trovarti in un luogo inatteso, a meno che tu sia un viaggiatore distratto come può esserlo un economista assorto nei suoi pensieri.

Altri dettagli della vita quotidiana che risaltano ad Amsterdam a confronto con Napoli, sono le vie centrali della città occupate da mercati all'aperto e la gestione dei negozi al dettaglio. I mercatini, ad esempio quelli che vendono pesce fresco, sono gioielli di nitore e di igiene. Gli alimenti sono pesati, gli importi da pagare sono stampati in quantità e prezzo, la transazione avviene con carta di credito, la merce è incartata rispettando l'ambiente. Nel caso dei negozi al dettaglio lo scontrino è rilasciato al cliente immediatamente, non si paga in contanti per motivi di sicurezza del commerciante che con casse vuote di moneta avverte il pubblico e si ripara da aggressioni e rapine.

I prezzi dei prodotti di largo consumo sono differenziati in base alla qualità delle merci e alla loro provenienza geografica: se vuoi comprare una bottiglia pregiata di vino francese la paghi cara, se ti accontenti di un vino spagnolo comune, buono ma di qualità più modesta, risparmi sul prezzo.

La globalizzazione dei mercati si avverte con il cambio di gestione degli esercizi locali che si specializzano in una grande varietà di prodotti per cui pochi commercianti falliscono e chiudono, molti diversificano l'offerta passando da articoli tradizionali a beni variegati che attirano specie i giovani.

La diffusione degli strumenti digitali da un lato elimina l'intermediazione commerciale col passaggio alle vendite a domicilio, dall'altro apre la strada a negozi per la vendita di nuovi prodotti. Sono rari i casi di spazi commerciali abbandonati per mancata utilizzazione come invece accade a

Napoli dove il cartello "si loca" campeggia per mesi, talvolta per anni, su vetrine e serrande di locali inutilizzati.

 

Mariano D'Antonio, economista