Pinocchio nel Cuore di Napoli: il celebre burattino visita l'Annunziata
Pinocchio è il protagonista del secondo libro più letto al mondo secondo alcune stime; ma più di tutto è arte che prende vita, che si emancipa dal vincolo artistico imposto dal suo umano creatore, invadendo ogni angolo del mondo che lo circonda; e così oggi può fare anche a Napoli, dove da qualche settimana ha liberato la sua influenza senza tempo nelle esposizioni Intorno Pinocchio di Aldo Capasso e i Tatocchi di Riccardo Dalisi, in mostra al Salone delle Colonne del Complesso monumentale SS. Annunziata (Na) dal 7 aprile al 30 giugno 2017.
L’intero progetto che porta il nome Pinocchio nel cuore di Napoli, non è solo una passiva esposizione di riscritture del mito di Collodi e certamente non intende raccontare una storia diversa da quella che in fondo conosciamo un po' tutti. Vuole piuttosto riqualificare una zona come Forcella e un sito autorevole ma dimenticato come l’Annunziata, attraverso l’immagine del bambino speciale, la cui non sempre dosata curiosità, ha guidato in bocca ad avventure molteplici, in mezzo a personaggi dalla natura differente e spesso ambigua, ma capaci di regalare intramontabili lezioni di vita.
Il piccolo imbroglione nato dalla penna di Collodi, ha sempre suggestionato mente e spirito: non molto tempo fa Elemire Zolla provò a spostare il velo favolistico e a mostrare come dietro l’ingannevole condotta del protagonista, fosse nascosta un universale ideale filosofico. Capasso e Dalisi hanno studiato ogni incidenza di questa grande pedina letteraria, per meglio adattarla al loro lavoro di “restauro culturale” e “reinterpretazione”: dall’androne del vecchio complesso e fin su per le scale che portano al primo piano, si respira un’area diversa rispetto a quella delle passate stagioni di questo edificio; sembra quasi che ognuna delle piccole anime che un tempo l’abitarono, e di cui l’Annunziata porta ancora in gran parte memoria cartacea, riviva attraverso la figura di un unico bambino. Al suo mito e alla sua indagine prematura sulla vita si è scelto di affidarsi per ridare lustro a un vecchio regno dell’infanzia.
Con Capasso ci si può immergere in un “assemblage art” di oggetti e riferimenti iconografici ispirati a Pinocchio e alla sua storia; e con l’architetto Dalisi si può riprovare il piacere della creazione, perché come un modernissimo Mastro Geppetto costruisce utensili e caffettiere per il grande marchio italiano Alessi, dando loro il volto di un fanciullo: per l’appunto il nostro celebe burattino. Il filo visivo e tematico che unisce questi due modellatori della materia e della forma, scorre fino a mostrarci il lavoro di sistemazione didattica di cui essi si sono occupati: rappresentazioni del giovane truffaldino portano la firma di dieci grandi illustratori novecenteschi tra cui Carlo Chiostri, Attilio Mussino, Lorenzo Mattotti e altri cultori del noto personaggio di Collodi.
Come sempre interattive e disposte ad impiegare le energie di un pubblico di esigenti e piccoli estimatori, le esposizioni al complesso sono accompagnate da laboratori creativi e da iniziative di rilettura del capolavoro letterario. Ognuna di queste attività suggestiona e coinvolge completamente i gruppi scolastici che vi hanno accesso; in alcuni casi rinfresca la memoria, in altri insegna. Chiunque vi si addentri, per qualche ora lascia fuori il grigiore quotidiano e nuota in un mare di colori e di spinte immaginative.