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Soccavo non vale il Fila?

Scritto da Gabriele Esposito Il . Inserito in Il Pallonetto

Soccavo

Centro Paradiso di Soccavo, ricordare o avere memoria? La differenza è sottile, ma significativa. Come ben declinava Kierkegaard (In Vino Veritas), il vecchio perde la memoria, ma gli resta qualcosa di poetico: il ricordo. Il giovane ha una forte memoria ma pochi ricordi. Il ricordo è dunque legato al cuore, al romanticismo. La memoria riporta alla storia, alla razionalità. Di sicuro la memoria e il ricordo sono facce diversa della stessa medaglia.

Il ricordo, una foto in bianco e nero ormai sbiadita, nello specifico è rappresentato da ciò che era il centro sportivo nei cuori di tanti tifosi azzurri che con il cuore son memori delle capriole di Maradona nel fango dopo una sforbiciata, delle notti insonni per esser i primi ad affacciarsi ai bassi muri di cintola, o alla possibilità di incrociare qualcuno della Ma.Gi.Ca. al semaforo sotto casa e rubargli un autografo o una fotografia.

La memoria rappresenta ciò che distingue in Italia ed in Europa un club vincente da uno che prova a vincere. Anche qui la differenza è sottile. I centri sportivi oltre gli stadi rappresentano il core business delle più moderne società di Calcio. In Italia, ahinoi, guardando alla Juve si capisce perché da oltre un lustro ormai la vecchia signora continua a mietere successi. Creare una casa stabile per un club rappresenta un modello di fidelizzazione continuo, istantaneo e spaziale.

Da questi punti e dal restauro del Filadelfia di Torino, Napoli e il Napoli, non dovrebbero porsi più interrogativi, ma realizzare risposte repentine e strutturate.

Come mi ricorda l’amico giornalista Antonio Capotosto “l’ultima gara al Filadelfia è stata Torino-Napoli del maggio ’63 ed è strano pensare che la struttura sportiva sia stata inaugurata nel 1926, anno della fondazione del Calcio Napoli”. Poche settimane fa Urbano Cairo (presidente del club granata) ha “restituito la struttura ai tifosi del Toro”. Un progetto, questo, portato avanti dalla seconda Fondazione Stadio Filadelfia, costituitasi nel 2011 con l'obiettivo di una riqualificazione dell'intera area del vecchio impianto. Il nuovo Fila è un nuovo complesso, «Casa del Toro», è un centro sportivo dotato di un campo principale da gioco da 4.000 spettatori, e di un campo secondario, destinati a ospitare gli allenamenti della prima squadra e della formazione primavera, con quest'ultima che disputerà lì anche le sue partite casalinghe. Completeranno il complesso la sede della società, il museo del club, la sede della fondazione e una foresteria per i ragazzi del settore giovanile.

Soccavo oggi presenta campi, spalti e spogliatoi trasformati in una vera e propria discarica. Molti negli anni hanno cercato di organizzare discorsi sulla sua riqualificazione, elusi, di quello che i napoletani definiscono il tempio del calcio ma, quasi sempre, oggetto di progetti speculativi e discorsi strumentali.

E’ assurdo che nell'area flegrea, dove vivono oltre 200 mila persone ed è forte la carenza di spazi pubblici per l’aggregazione e le attività sportive, una struttura del genere debba in questo stato di fatiscenza.

Possibile che Soccavo non possa esser riqualificato seguendo l’iter del Toro? Non sarebbe bello che questa struttura torni a far sognare i tifosi con un museo del grande Napoli di Maradona, delle storie eccezionali che la società di DeLa sta scrivendo in questi ultimi anni ed essere la casa della “guagliunera partenopea”?

Oltre ai risultati sportivi che ne potrebbero conseguire, si creerebbe lavoro, in una parte della città mortificata da tante problematiche e si riporterebbe il Napoli “al centro del villaggio”. Noi siamo abituati ad avere tutto al centro della città. L’aereo-porto di Capodichino, La stazione Centrale ed il Porto, le vie di comunicazione principali sono al centro della nostra poleis, contrariamente a quanto

succede ad esempio a Milano dove il distaccamento che definire “amorale” fa si che questi punti si trovino lontani dal centro cittadino, portando una minor enfasi e calore nei rapporti squadra-club, e non solo.

Napoli ci tiene al suo cuore, alla sua Storia e alla sua identità, portare un pezzo di ciò dove tutto ha prodotto ricordi indelebili ridonerebbe quella memoria di cui i vincenti hanno bisogno di cibarsi, come una città intera.