Being Donnarumma: luci ed ombre di un portiere stabiese
Mentre in casa Milan continua la telenovela tra il controverso procuratore partenopeo Mino Raiola e la società rossonera, abbiamo ripercorso a riflettori spenti la storia di Gianluigi 'Gigio' Donnarumma. Dagli anni della Scuola Calcio Club Napoli alla consacrazione milanese, ecco come è nato il mito del porterione di Castellammare di Stabia.
"Rischiavamo di perdere le partite a tavolino pur di farlo giocare, perché era troppo piccolo per la categoria in cui lo schieravamo". Sono le parole di Angelo Panariello, allenatore della Scuola Calcio Club Napoli, dove Donnarumma ha iniziato ad indossare i guantoni da portiere. Sin da piccolo Gigio era un predestinato, una montagna di agilità che cresceva velocemente tanto in bravura quanto in altezza: sono stati in molti, infatti, a mettere in discussione proprio la sua giovane età. Per fugare ogni dubbio, tuttavia, alle partite la madre portava sempre con sé il documento di identità del figlio: leggere nero su bianco "classe '99" avrebbe tranquillizzato - e al contempo stupito - qualunque genitore. Quegli stessi 9 li porterà poi con sé sulla maglia del Milan. Non sia mai che il mondo dimentichi che, nascosto dietro le sembianze di un gigante, vi sia ancora un bambino.
(Foto tesserino)
Dopo appena qualche stagione alla scuola calcio, gli scout milanesi si accorsero di Gigio. Erano di Milano sì, ma appartenevano alla sponda nerazzurra: fu l'Inter, infatti, la prima ad aggiudicarselo, in una brevissima parentesi alla corte di Moratti. Il Milan tuttavia continuava ad essere la squadra che il giovane Donnarumma portava con sé nel cuore: fu così che, quando le sirene rossonere si presentarono alla porta del portierone stabiese, questi non esitò a firmare per il cambio di sponda (peraltro, a quei tempi, il Milan possedeva già il cartellino del fratello, Antonio).
Il resto è storia: parata dopo parata, il bambino è diventato la saracinesca che ha difeso la porta del Milan e della Nazionale italiana l'altro ieri contro la Spagna. Qualche episodio sgradevole (si veda il lancio delle banconote) non può e non deve mettere in discussione il talento di Donnarumma. D'altronde 196 centimetri di altezza possono farti sentire meno piccolo, ma hai sempre 18 anni quando ti senti dare del traditore o dell'infame. E per cosa poi? Per un mancato tempestivo rinnovo contrattuale.
La vicenda (che sta mettendo in evidenza luci ed ombre soprattutto del procuratore Raiola) è ancora in fase di avanzamento. Intanto, sarebbe bene non sparare a zero sul giovane portiere poiché, come cantava De Gregori, "il ragazzo si farà". Stavolta però non parliamo del fisico ma del carattere, scalfito da un brusco "benvenuto nel mondo dei grandi", ma in lenta ripresa.