Le strade di Napoli: love at first sight
Sono a Napoli solamente dal 1° Settembre, grazie al “Servizio Volontario Europeo” (ovvero grazie ad un programma della Commissione Europea che permette a ragazzi tra 18 e 30 anni di vivere fino a 12 mesi in un altro paese per collaborare ad un progetto di volontariato). Prima di arrivare in questa città sapevo che Goethe aveva scritto «Vedi Napoli e poi muori». Dopo avere visto questa città sono certa che chiunque la visiti, non so se morirà ma di sicuro conserverà magnifici ricordi e desidererà ritornarci.
Il primo giorno a Napoli fu nel segno dell’entusiasmo, del desiderio e della speranza di scoprire tutte le bellezze illustrate nelle guide turistiche o sui vari siti internet o descrittemi da qualcuno che aveva già visto la città e di cui mi aveva parlato (nel bene e nel male).
Io vengo da una piccola città della Romania e, per questo, trovarmi in questa “big town”, tra le sue strade affollate, è stato a dir poco strabiliante. Ho subito imparato che qui la gente, è sempre “in a hurry” o meglio, (come dicono) “e press”. Tutti corrono, corrono sempre! Corrono sui marciapiedi, corrono quando attraversano la strada, corrono anche quando portano a passeggio i bambini in carrozzina. Ovviamente anche le auto corrono ed il traffico è sempre caotico. All’inizio avevo paura ad attraversare la strada, anche se camminavo sulle strisce; ma ora che qualcosa l’ho imparato, mi guardo intorno e anche se sto sempre molto all’erta, mi sposto con molta più serenità. Eppure mi chiedo sempre: ma perché sono tutti nervosi quando guidano? Sembra che ci sia un’eterna lotta tra i pedoni e le auto. Per non parlare poi di Piazza Garibaldi. È lì che ho fatto il mio primo passo a Napoli e mi sono chiesta: ma dove sono finita?
Il primo giorno camminai per la città aiutata solo da una mappa e non vedevo altro che strade e strade che si intrecciavano e si confondevano. Ma ad un certo punto ho lasciato perdere qualsiasi possibile indicazione e sono andata verso il mare. Credo di non aver mai visto nulla di più bello di quel mare azzurrissimo con il Vesuvio sullo sfondo. Ma sono belli anche i castelli e l’architettura dei palazzi del centro, le incantevoli statue, le splendide piazze, la superba galleria, le affascinanti strade piene di vita e di strani personaggi.
Ovviamente, ero curiosa di mangiare una bella pizza napoletana, di quelle che si vedono nei film e che si comprano agli angoli delle strade. Ed invece, la prima cosa che mi fu offerta e che ho mangiato a Napoli è stata una pizza fritta. Prima di allora non sapevo cosa fosse e mai mi sarei immaginata che una pietanza così strana, potesse essere così buona. Ma questa è solo una delle tante sorprese che aspettano chi, come me, si appresta a visitare questo luogo incantato. Ho subito capito che le strade di Napoli sono tutte diverse tra loro ed ognuna nasconde un mondo. Ho visto questi mondi diversi incontrarsi nel Duomo di Napoli, dove ho anche avuto la fortuna di assistere ai riti di San Gennaro. All’uscita dalla chiesa ho visto le strade piene di gente, tantissima gente: stavano tutti gli uni addosso agli altri, si toccavano e si spingevano, ma tutto era per loro normale. Incredibile. Le strade di Napoli sono per me l’immagine più veritiera di questa città. Napoli mi appare come un impressionante centro culturale di cui i suoi abitanti dovrebbero essere consapevoli e che dovrebbero custodire. Nelle strade di Napoli si cammina in mezzo alla storia, ma tutti vanno “e press” e sembra che non si accorgano di quello che li circonda. Quando sono stata a San Martino, ho visto tutta la città sotto di me, da lassù non si vedeva chi andava “e press”, ma si vedevano le tantissime strade e i tantissimi palazzi, si potevano cogliere le diversità di Napoli in un solo sguardo. E in un certo senso tutto questo è molto triste. La verità è che i napoletani dovrebbero riflettere su quanto sia bella la loro città e dovrebbero capire che ognuno, nel proprio piccolo, deve cercare di preservare questo inestimabile patrimonio.