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Tutta la femminilità di Napoli in una nuova mappatura della città con “La geografia dell’anima” di Allegra Hicks

Scritto da Felicia Trinchese Il . Inserito in Mostre

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Napoli fa parte senza dubbio del genere femminile: Napoli è donna. È così che Allegra Hicks vede la nostra città a cui ha dedicato la sua mostra “La geografia dell’anima” che, inaugurata lo scorso 24 gennaio, è stata allestita ad Intragallery, galleria di arte contemporanea. L’artista, torinese di nascita, londinese d’adozione e napoletana acquisita, esplica attraverso le sue opere il profondo legame che la lega alla città di Napoli e il suo amore per essa.

Di tempo, per capire cosa rappresentasse realmente la città per lei, l’artista ne ha avuto parecchio, circa 15 anni. Il tutto è stato mostrato al pubblico attraverso questa esposizione. Napoli è il più chiaro specchio sulla sua anima e non solo. La femminilità che si ritrova nella città è sita nella sua imponenza, nel guidarci alla conoscenza di noi, nel cullarci, ma anche nella sua forza. Napoli è piastrellata da figure femminili, con le sue mille grotte, vere o immaginarie, le sue sirene e la Sibilla Cumana.

Allegra Hicks si è sentita parte dell’anima di Napoli, lì dove convivono le contrapposizioni, la sofferenza, la bellezza. La sua essenza multiforme si rispecchia nell’ardente spinta a sezionare il reale. Le opere stesse sono state sezionate. La sovrapposizione di materiali favorisce la creazione di lavori tridimensionali.

Le tele si tripartiscono: alla base si trova la stampa con l’inchiostro che rappresenta una parte geografica del paesaggio napoletano, geografia di cultura e della sua anima; ad un secondo livello si trova la pittura, a volte ben stesa ed altre volte lasciata grumosa; infine troviamo il ricamo, tessuto di lana o di cotone, lasciato in rilievo e di colore più scuro rispetto alla pittura per metterne in evidenza le differenze.

Il ricamo è l’apice dell’esaltazione di Napoli, è esso stesso donna nella sua tradizione e nella sua estrema metodicità che supera le vicissitudini e i violenti colpi della vita con la delicatezza dell’intreccio. Ma i riferimenti alla città partenopea non finiscono qui.

Altri elementi importanti delle opere di Allegra Hicks sono i colori utilizzati. Vi è una forte presenza di sfumature di rosso. Il colore si impregna sulla tela come una pioggia lacrime, un agglomerato di ampolle, che partecipano all’immaginario collettivo del Sangue di San Gennaro.

Ritornando alla lacrime, è proprio la goccia la figura predominante all’interno dei suoi lavori, una goccia che accompagna Napoli e la sua storia: la goccia del mare, la goccia di sangue (di San Gennar appunto). La goccia, inondata di luce, diventa una lanterna magica che accompagna alla scoperta di un mondo nel quale si è immersi ma che solo un occhio esterno può comprendere.

Proprio come persona esterna, Allegra Hicks coglie un altro aspetto della città. La vede inondata di un cielo azzurro, ma anche di verde e di fiori nei suoi spazi aperti. Questo ricama sui suoi lightboxes, oggetti intesi come sculture che rimandano al suo immaginario onirico. In questa mostra Allegra Hicks ha mostrato in anteprima assoluta anche una sua linea personale di gioielli realizzata artigianalmente.

Con “La geografia dell’anima”, visitabile fino 27 gennaio, Napoli riceve una nuova mappatura, sia letteralmente che metaforicamente. Lo sfondo di inchiostro con la sua immediatezza e l’impeto, la lentezza riflessiva e manuale del ricamo, ridisegnano lo straordinario labirinto della città e delle sue strade, adagiato sulla sensualità del lino con una trasparenza tattile.