“Le città sull’acqua”: un omaggio all’arte tradizionale e innovativa allo tempo stesso di Sara Giusti
“Le città sull’acqua”, questo è il nome dell’esposizione inaugurata lo scorso 23 marzo al PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, per omaggiare l’artista Sara Giusti. La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, è a cura del critico d’arte Enzo Battarra.
Dopo un’accurata selezione tematica all’interno della vasta produzione della pittrice, sono state esposte al pubblico ben 40 opere che esprimono al meglio il percorso artistico e la vita di Sara Giusti evidenziandone il suo modus operandi unico, ovvero unire diverse tecniche e diversi stili in una sola arte.
Sara Giusti è stata una donna del Novecento, attraversando le dittature, le due Guerre Mondiali, i disastri naturali e quelli causati dall’uomo: ha conosciuto un po’ tutti i mali del mondo. Nata nel 1906 in Sicilia, lì ha trascorso la maggior parte dei primi 40 anni della sua vita fino al trasferimento a Napoli, partecipando attivamente alle iniziative cittadine, dove è deceduta nel 2004.
La città partenopea, nel pieno degli sforzi della ripresa del dopoguerra, offrì all’artista importanti punti di riferimento (tra cui anche il pittore futurista e scenografo Vittorio Piscopo) tra artisti, scrittori e intellettuali che praticavano l’avanguardia. La sua mente fertile e creativa, entusiasta di sperimentare queste nuove tecniche e linguaggi, carpì gli insegnamenti offerti ed ebbe modo di creare una sua arte, opportunità che si ripresentò poi nello studiare lo stile parigino all’accademia di Venezia.
Attraverso i suoi studi in tanti differenti campi, Sara Giusti è riuscita col tempo a dare vita a due generi pittorici che caratterizzano, appunto, le sue opere. In primis c’è “la tempera mista” che consiste nel far scorrere il colore senza usare il pennello su sfondi di carta scuri e cerati, ottenendo, così, insoliti effetti cromatici grazie alle colature. In secundis, invece, ci sono i “sinorami”, nome che stesso la Giusti ha usato per le sue opere, ovvero “visioni di insieme”, dal greco, in cui l’idea prende forma facendo scorrere senza limiti il pennarello delineando le immagini presenti nella sua fantasia.
Per la sua tecnica pittorica Sara Giusti non può essere associata a nessun genere artistico, perché li ha sperimentati tutti. Nelle sue opere è presente in maniera evidente l’astrazione geometrica, il disegno automatico e il delirio dei surrealisti, il vortice futurista. In questa mostra coesistono invenzione e tradizione: olii, acquerelli, fogli di giornale per creare tridimensionalità, tempere, pennarelli. La cosa che risulta più evidente è il suo credo: non fermarsi mai alle apparenze e trarre il meglio da ogni cosa, anche dalle più semplici, osservando tutto con gli occhi di un ragazzino.
Nelle sue opere sono protagoniste figure astratte, sagome che si muovono come ombre su palcoscenici irreali. Negli accenti più figurativi sono eleganti ed evanescenti macchine umane. In altri momenti prevalgono forme architettoniche di un paesaggio corroso dal silenzio, così emergono le città sull’acqua. Le immagini sono come raggomitolate su se stesse ed è proprio qui che emergono i segni delle avanguardie.
“Architetture liquide”, così le ha definite Battarra. Le opere di Sara Giusti esposte a “Le città sull’acqua” hanno luci irreali, si specchiano nell’acqua e nei sogni. Quelle ritratte sono città invisibili, forse immaginarie. Si tratta, come dice appunto il curatore Battarra, di “ricordi liquidi addensati in forme urbane, sono quartieri mentali, fluidi, che galleggiano sull’acqua”.
L’esposizione, visitabile fino al prossimo 15 aprile, mette in mostra non solo la sua arte, ma anche la stessa Sara Giusti e la sua capacità di trasformare la materia in arte. La mostra pone luce su una produzione artistica di grande qualità tecnica e impatto emotivo, raccontata attraverso la sua raffinatezza femminile di altri tempi e che ha vissuto splendidamente il suo tempo.