A "Città Nuova"
Riposavano i 'girini' il 5 giugno 1968, ventiquattr'ore dopo la frazione Ravenna-Imola vinta da Marino Basso. Per ufficializzare il primo sigillo italiano di Eddy Merckx mancava una settimana. Quando anche il ciclismo era uno sport popolarissimo.
L'Italia ospitava gli Europei di calcio e quel dì andava in scena la staffetta tra bici e pallone. Erano in programma le semifinali: tra la selezione di Valcareggi e l'ultimo atto l'ostacolo sovietico. Anzi, l'URSS e una monetina.
Tutto il Paese trattenne il fiato. Una nazione intera aggrappata al suo capitano. Quel ragazzone di ventisei anni che amava la maglia azzurra quanto quella del club d'appartenenza. Va dove ti porta il cuore,Giacinto. Sentimento e ragione. Cuore e testa. Facchetti scelse bene, lui che al Napoli aveva realizzato il primo gol in A. Il portiere di quella Nazionale era Dino Zoff, che proprio a Fuorigrotta -sette settimane prima- aveva scritto l'incipit tra i pali azzurri. In quella squadra vi era anche Mazzola. E nel 1990 Sandrino commenterà le gare dell'Italia al fianco di Bruno Pizzul, Il 'Baffo' è coetaneo di Gimondi: il predecessore e successore di Eddy Merckx nell'albo d'oro del Giro. Del primo 'Cannibale', quello vestito (anche) in rosa il 12 giugno '68 all'Arenaccia. Quarantacinque anni fa Felice ha festeggiato il titolo iridato, tredici mesi dopo Basso. E Marino aveva scritto l'incipit delle vittorie di tappa al Giro nella tappa Rocca di Cambio-Napoli