“One – One Planet One Future”: una mostra con le opere di Anne de Carbuccia per la lotta alla salvezza del nostro pianeta
Quella che viene ospitata a Castel Dell’Ovo dallo scorso 23 giugno non è di certo la prima mostra nel suo genere. Già la scorsa settimana, infatti, abbiamo parlato di un’altra esposizione, “Sauvage”, volta alla sensibilizzazione sui problemi ambientali del nostro pianeta. Eppure “One – One Planet One Future” affronta questi temi in maniera totalmente differente.
Fulcro dell’esposizione sono le opere di Anne de Carbuccia realizzate durante i suoi viaggi nei luoghi più belli, remoti e a rischio per documentare attraverso la sua arte ciò che abbiamo, ciò che abbiamo perso e ciò che potremmo perdere. Il progetto di “One – One Planet One Future” è dedicato interamente alla salvezza del nostro pianeta.
La tecnica utilizzata dall’artista è quella di fotografare un sacrario nel sito di un impressionante soggetto naturale. Il sacrario in questione contiene artefatti simbolici introdotti da Anne de Carbuccia quali: la Vanitas, tema artistico del XVI° secolo, il teschio come simbolo della futilià della vita terrena; la Clessidra, per ricordare la fugacità del tempo; elementi organici e oggetti scelti per il loro significato simbolico.
L’artista chiama queste installazioni “timeshrines” alludendo al fatto che queste, pur nella loro natura effimera, diventano parte di una raccolta fotografica permanente. L’apparire del Sacrario del Tempo nell’immagine invita a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità del nostro pianeta e vuole ispirare i cambiamenti necessari al fine della sua salvezza.
“One – One Planet One Future” presenta delle aree tematiche all’interno della Sala delle Carceri, lunga 23 metri e larga 9 metri con soffitti a volta di 6 metri, quali: acqua, plastica animali e culture a rischio. Il tutto viene messo in mostra attraverso installazioni video, sonore e di luce che si ispirano sia ai temi del progetto sia a Castel dell’Ovo. L’esposizione, con tutte le sue straordinarie installazioni, vanta la partecipazione di nomi importanti sul piano artistico, come l’architetto Cesare Mari per i pannelli autoportanti e il light designer Giuseppe Mestrangelo per l’illuminazione.
La mostra, che sarà ospitata fino al prossimo 30 settembre, è stata realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo di Napoli insieme alla Time Shrine Foundation, associazione no profit cui la stessa Anne de Carbuccia ha partecipato alla creazione al fine di diffondere informazioni riguardo quelle le minacce che l’uomo costituisce per l’ambiente.