Il Teorema del Capolavoro
Meraviglie senza fine saltano fuori da semplici regole. A parlare così era Benoît Mandelbrot, matematico polacco naturalizzato francese, il suo nome è indissolubilmente legato alla Teoria del Caos. Ora, senza addentrarci troppo in un’area di competenza specifica come quella matematica, basti sapere che il suo apporto a questa teoria sta nella scoperta di una nuova forma geometrica presente in natura, il Frattale. Esempi di frattali sono, fra gli altri, gli alberi: figure geometriche dove ogni ramo è approssimativamente simile all'intero albero e ogni rametto è a sua volta simile al proprio ramo, e così via.
Questo vale tanto per gli alberi quanto per le montagne, i fiori, le foglie, le nubi, i cristalli di ghiaccio e altre mille forme geometriche che nel loro complesso contribuiscono a creare il mondo fisico che ci circonda. Tanto per darvi un’idea della portata di questa semplice scoperta, è dal suo algoritmo per il calcolo delle forme frattali, che la Pixar, nota azienda di computer grafica, ha fatto nascere la moderna tecnologia 3D che oggi vediamo riprodotta ovunque intorno a noi. Questo signore d’origini polacche ha trovato, insomma, nel 1975, una formula che nasconde in sé la chiave della realtà naturale che ci circonda. Se poi tra i tanti interessi di questo insigne matematico ci fosse anche il calcio, questo purtroppo, non ci è dato saperlo, ci rincuora però scoprire che, per dirla con le sue parole, Meraviglie, come la partenza del Napoli in questo campionato, possono essere spiegate con semplici regole. Cerchiamo allora di guardare più da vicino una serie di dati e vediamo se la semplice osservazione matematica può davvero bastare a spiegare questa travolgente partenza azzurra, che alla terza giornata ci vede lassù, sulla cima della Serie A.
Il Napoli in queste prime tre partite rispetto a Juve, Inter e Milan è la squadra con il minutaggio medio a partita, di possesso palla più alto: 32’.34”, contro i 30’.34” dei bianconeri, e i meno dei 29’ delle due milanesi. La capacità di mantenere il pallone in possesso della propria squadra per un minutaggio superiore nasce anzitutto dalla precisione nei passaggi, la percentuale degli scambi effettuati con successo dalla squadra di Benitez, è, infatti, del 77,6%, contro il 75,5% degli uomini di Conte, e il 73,5% e il 70,3%, rispettivamente di Milan e Inter. L’abilità nell’avere in mano, nel corso dei 90 minuti, il pallino del gioco, riduce drasticamente anche la necessità di andare a contrastare in maniera scorretta l’avversario, ecco così che i partenopei si ritrovano, in questa speciale classifica dei numeri, con la media di falli commessi più bassa, solo 9,5 a fronte dei 12 degli uomini di Mazzarri, dei 15,5 di quelli juventini, e dei ben 20 degli uomini di Allegri. Quando poi si tratta di tirare in porta il club azzurro è secondo solo agli interisti, che vantano una media di 19,5 tiri a partita contro i 16,5 dei napoletani, chiudono Milan e Juve, rispettivamente con una media di tiri da 15,5 e 13,0. Non basta tuttavia solo provare a calciare verso la porta avversaria per rendersi pericolosi, ecco così che, secondo i calcoli della Lega Calcio italiana, la percentuale di pericolosità di azioni create vede nuovamente in testa il Napoli, capace di mettere in apprensione le difese rivali nell’ 85,2% dei casi, con i nerazzurri staccati di un bel po’, non riuscendo a rendersi pericolosi che il 76,7% delle volte; sempre di più, comunque, dei torinesi e dei cugini rossoneri che, invece, sembrano poter far male solo il 64,1% e il 58,9% delle volte. Tutto questo ovviamente si risolve nel numero di gol segnati, con una media per i partenopei, anche questa volta lusinghiera, 3,5 gol a partita, contro i 2,5 di Juve e Inter e i soli 2,0 del Milan.
Questa lunga serie di dati che, presi così freddamente, non riescono certo a restituirci l’emozione che ogni tifoso prova nel vedere la propria squadra in testa al campionato, sono tuttavia l’espressione algebrica di quelle famose semplici regole da cui per Mandelbrot nasce un sentimento vivo come la Meraviglia. In definitiva per tradurre questo teorema in termini logici anziché numerici, il segreto del successo si nasconde, per questo Napoli, nella capacità di gestire con precisione e pericolosità il pallone per lunghi tratti della partita, comandando il gioco e cercando la porta il più spesso e con la maggior efficienza possibile. Per chi però con la matematica non riuscisse proprio ad andar d’accordo, e continuasse a persistere con un certo scetticismo nel sentir parlare di una materia passionale come quella calcistica con la grammatica algebrica, vi svelo ancora un piccolo dettaglio. Recenti studi sull’arte del noto artista statunitense Jackson Pollock, hanno rivelato che alla base delle sue opere più importanti c’era proprio un uso inconsapevole di quei famosi Frattali scoperti solo anni dopo da quel Mandelbrot la cui citazione ha aperto quest’articolo. Non ci resta dunque che auguraci che altrettanto possa valere anche per Rafa Benitez. Che il tecnico spagnolo, sia un amante o meno dei numeri, speriamo che il suo Napoli quest’anno, con alle spalle questa “teoria” matematica, che più sopra abbiamo provato a spiegare, possa divenire un grande Capolavoro.