Il domani di Spalletti
''Il grande mare che avremmo traversato'', canta Ivano Fossati. Quello di Amburgo, dove otto anni fa si è disputata la finale di Europa League. La prima con l'attuale denominazione. Un brano che si adatta bene a Luciano Spalletti. O meglio alle rotte dell'uomo di Certaldo al timone delle squadre italiane più blasonate.
Porta la sua firma l'ultimo trofeo della storia giallorossa: la coppa nazionale del 24 maggio 2008, sei giorni dopo lo scudetto vinto dall'Inter di Ibrahimovic e tre mesi prima della scomparsa di Franco Sensi. Quella Roma sfiorò l'accoppiata tricolore, sfumata -anche- per i punti persi con le retrocesse Empoli e Livorno.
Nella stagione successiva non vi è stato però il salto di qualità: anzi, i capitolini staccarono il pass per i preliminari di Europa League solo all'ultima giornata. Un'annata difficile, complice qualche infortunio di troppo. Dopo le dimissioni dell'agosto 2009, Spalletti è tornato sulla sponda giallorossa del Tevere nel gennaio di due anni fa, sedici mesi prima del record di punti della storia romanista. Al tecnico sono state attribuite (anche) le colpe per aver schierato il poco utilizzato Gerson fuori ruolo nel match all'Allianz Stadium. Nella scorsa stagione l'Inter ha peccato di continuità, riuscendo però a centrare l'obiettivo Champions. Luciano riuscirà a lasciare la Pinetina con un risultato soddisfacente? ''Chissà, chissà, domani'', cantava un signore bolognese che amava Napoli. Tanto, assai.