“Le otto opere di Misericordia”: al Pio Monte della Misericordia incontro tra Oliviero Rainaldo e il Caravaggio
Per tutta l’estate il Pio Monte della Misericordia di Napoli è stato sede di una particolare esposizione curata da Maria Savarese dedicata ad Oliviero Rainaldi ed alla sua ultima creazione, un’opera d’arte insieme contemporanea e mistica.
“Le otto opere di Misericordia”, questo il nome della mostra visitabile per circa altri dieci giorni, precisamente fino al prossimo 30 settembre, nasce dalla collaborazione scientifico – culturale tra Oliviero Rainaldi e il Pio Monte della Misericordia con la partecipazione di Genus Bononiae del Museum of Contemporary Art di Shanghai (moCa), del Venice International University, Frederik Meijer Gardens & Sculpture Park (Michigan, USA) e del Museo d’Arte Contemporanea di Cassino.
Innanzitutto vediamo di cosa si tratta: di primo impatto può sembrare che l’opera di Rainaldi sia una rivisitazione del capolavoro “Le sette opere di Misericordia” di Michelangelo Merisi, da cui, tra l’altro, deriva il nome dell’edificio monumentale partenopeo che ospita sia l’opera orginale che questa, ma analizzandola risulta evidente che l’intento è quello di completare il lavoro del Caravaggio caricandolo di ulteriori segni mistici e profondi significati. Lo stesso Rainaldi prima di realizzare “Le otto opere di Misericordia” si è interrogato sul concetto stesso di misericordia affidandosi a fonti antiche per risalire alla risposta.
In questo modo, alle canoniche sette opere – Dar da bere agli assetati; Ospitare i Pellegrini; Visitare gli infermi; Dar da mangiare agli affamati; Vestire gli ignudi; Visitare i carcerati; Seppellire i morti – Oliviero Rainaldi ne aggiunge un’ottava, forse la più importante di tutte, quella che si trova alla base di ogni azione caritatevole e predispone l’anima al bene: la misericordia verso sé stessi, la ricerca dell’equilibrio della propria interiorità, luogo che ospita accoglienza, perdono e carità.
Ciò che dà vita all’installazione di Rainaldi sono il lume che accende la tela del Merisi e i contrasti che essa crea con la fiamma dello Spirito Santo. “Le otto opere di Misericordia” si presentano nel piccolo scrigno del Pio Monte della Misericordia, dove impera l’opera di Caravaggio, nell’essenzialità della loro forma, mostrandosi agli spettatori in tutta loro imponenza. Solenni come colonne, ma eleganti al tempo stesso: si tratta di otto torce antropomorfe, un chiaro richiamo alla fiamma presente al centro del dipinto originario, di nove metri di altezza disposte in modo tale da rappresentare al centro dell’edificio una sorta di tempio periptero. Lì si incontrano sacro e profano nel nome di una misericordia tutta umana, quella che ognuno deve ritrovare in sé stesso.
La particolarità dell’installazione di Oliviero Rainlaidi è la capacità, nella sua essenziale e candida bellezza, di armonizzarsi con tutto lo spazio che la ospita, di danzare insieme con l’architettura che l’abbraccia, senza mai occultarla, ma solo enfatizzandola. L’opera è stata concepita come uno spazio aperto da attraversare, da percorrere in maniera circolare in modo da permettere di godere appieno della vista di ogni cappella e di ogni pala d’altare, in uno studiato e ben preciso gioco di corrispondenze, dove nulla è lasciato al caso.
La mostra “Le otto opere di Misericordia”, oltre ad essere accompagnata da un catalogo edito Allemandi con un’introduzione di Alessandro Pasca di Magliano, sovrintendete del Pio Monte della Misericordia, e testi di Maria Savarese, Qilan Shen e Claudio Strinati.