Catrin Huber: gli Expanded interiors degli scavi di Pompei
Sono numerose le influenze che l’antica Pompei ha suscitato sull’arte contemporanea, manifestatesi soprattutto nell’esposizione di installazione e performance. A tal proposito sarà possibile visitare fino al 15 Gennaio le installazione dell’artista tedesca Catrin Huber all’interno della Casa poempeiana del Criptoportico.
La mostra, intitolata “Expanded Interiors”, si fonda sull’approccio interdisciplinare che l’artista riesce ad imprimere alle sue opere a seguito delle visioni dei reperti. Infatti, le suggestive pitture parietali ed i manufatti di epoca romana rivenuti agli scavi sono stati la principale fonte di ispirazione delle creazioni contemporanee di Catrin Huber.
L’obiettivo di Catrin Huber è proprio quello di stabilire un dialogo tra il passato e il presente, tra l’antico e il moderno attraverso una danza pittorica che mescoli al suo interno l’archeologia, la storia, l’architettura e le arti. L’artista tedesca è stata affiancata da un team che riunisce al suo interno diverse figure professionali: dagli archeologi Ian Haynes e Thea Ravasi, fino all’artista Rosie Morris e al digital artist Alex Turner.
L’evento è stato promosso dall’Università Newcastle e finanziato dall’AHRC (Arts & Humanities Research Council) in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, il Parco Archeologico di Ercolano, l’Art Editions North e l’Herculaneum Conservation Project.
In particolar modo, le installazioni esposte sono due: posizionate lungo uno dei due corridoi in cui si sviluppa il Criptoportico offrono una peculiare interrogazione dinanzi gli occhi del fruitore. La posizione delle opere è stata decisa anch’essa dall’artista, volta a simboleggiare il metaforico dialogo tra l’arte contemporanea e le antichità presenti.
La prima installazione consiste in un colonnato dipinto in cui la superficie decorata è un esplosione di colori performanti architetture immaginarie e reali. All’interno della rappresentazione non mancano le commistioni con il mondo romano: oggetti del quotidiano come vasi ed anfore sono rappresentati in comunicazione con le arti contemporanee al fine di creare un nuovo linguaggio moderno.
Diversamente, la seconda installazione si trova in relazione con il complesso termale della Domus. Qui le stanze, già affrescate da antiche rappresentazioni allegoriche, offrono ampio spazio all’artista di esprimere forti rimandi illusionistici attraverso un raffinato gioco di bidimensionalità e tridimensionalità.
Una mostra imperdibile che lascia spazio all’immaginazione, che punta allo stupore e al contempo alla riflessione sull’evoluzione che l’arte ha subito nei secoli e alla sua capacità di relazionarsi con produzione di epoche diverse.