Una notte a Fuorigrotta
L'11 ottobre 2002 era venerdì; vigilia di Italia-Jugoslavia al San Paolo, match valido per le qualificazioni all'Europeo in Portogallo. Una gara particolare per Cannavaro, il capitano azzurro dopo l'addio di Maldini alla Nazionale. Una partita che per Fabio significa la prima volta con la fascia al braccio nelle gare ufficiali all'interno dei confini nazionali.
'Vero guerriero, orgoglio della nostra città', recitava uno striscione esposto in curva B. Il commissario tecnico azzurro era Trapattoni, vecchio pilastro del centrocampo rossonero che nel 1965 la dirigenza partenopea voleva portare in riva al Golfo (come ha scritto sul Corriere dello Sport Francesco Marolda dopo la scomparsa di Roberto Fiore).
Il fratello di Paolo aveva debuttato in Nazionale maggiore nel gennaio '97. Quando sulla panchina azzurra vi era Cesare Maldini, il quale trent'anni prima aveva disputato l'ultima gara proprio a Fuorigrotta. Il 13 ottobre 2002 un pezzo della Rosea iniziava così: ''La notte del San Paolo è un insieme di emozioni. C'è la solita Napoli sugli spalti, quella passionale. Trasmette emozioni, sa essere travolgente, trascinatrice''.