Ancelotti tra "Il Gattopardo" e la "Bohemian Rhapsody" napoletana: c'è aria di rivoluzione alle pendici del Vesuvio
"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi" direbbe Tomasi di Lampedusa per bocca di Tancredi ne "Il Gattopardo". Lì si parlava della situazione sociale della Sicilia del Risorgimento ma la frase ci torna utile e diventa quanto mai attuale per parlare del nuovo Napoli di mister Ancelotti.
Infatti, quella paradossale frase pronunciata dal nipote del Principe di Salina, sembra descrivere al meglio l'idea di calcio che il tecnico di Reggiolo sta portando qui alle pendici del Vesuvio, voglioso di imporre una nuova mentalità ad un ambiente fin troppo abituato alle rigide e schematiche regole del meraviglioso (ma purtroppo infruttuoso) periodo sarrista. Non a caso Ancelotti sta facendo capire con il suo continuo cambiare formazione che nel Napoli ci sono tanti ottimi giocatori e che tutti vanno fatti giocare per crescere e puntare in alto.
Un susseguirsi di novità che nel loro complesso vanno a creare un meraviglioso ordine. Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile. Ognuno deve guadagnarsi il posto e dimostrare quanto vale sul campo, come è giusto che sia. Ritornando alla frase del Tomasi, dunque, per l'idea di calcio che ha Ancelotti c'è bisogno che tutto cambi ad ogni partita affinché tutto resti esattamente come è. In sostanza: ruotare e dosare al massimo le energie fisiche e nervose servirà per avere sempre un Napoli pronto e reattivo in ogni fase della stagione, senza arrivare alla fine della corsa senza più benzina.
Ma se per spiegare la parte teorica del pensiero "ancelottiano" ci siamo serviti di un riferimento letterario, per la parte pratica è doverosa una grande citazione musicale. In fondo non c'è niente di più pratico della musica, capace come è di suscitare emozioni e unire persone magari sconosciute, esattamente come fa il calcio d'altra parte. Ma di quale citazione musicale stiamo parlando? Tanti cambi, continuo turnover, grandi giocate e diversi sistemi di gioco (perché di moduli riesce difficile parlare con Ancelotti) che vengono impiegati all'interno anche di una singola partita. Il brano che più di tutti rappresenta la trasposizione musicale del pensiero calcistico ancelottiano è a questo punto "Bohemian Rhapsody" dei Queen. Una canzone che non si può intrappolare all'interno di un singolo definito genere musicale e che al suo interno presenta tanti altri piccoli brani che si susseguono andando a formare infine un capolavoro che tutt'oggi è tra i più amati e riconoscibili nel panorama musicale. Ancelotti sta dunque letteralmente scrivendo la sua personalissima "Bohemian Rhapsody" in chiave napoletana. D'altra parte se Freddie Mercury è stato un genio della musica, possiamo tranquillamente affermare che Carlo Ancelotti è un genio del pallone e i risultati che ha ottenuto nella sua carriera sia da calciatore che da allenatore parlano chiaro.
Bisogna dunque rendersi conto di quanto Napoli e il Napoli in particolare siano fortunati ad avere un simile personaggio che lavora per loro e che porta il suo inimitabile genio calcistico qui dove di geni del pallone ne sono passati tanti, sia in campo che in panchina: da Vinicio, passando per Maradona e Sarri, fino ad arrivare al nostro attuale "leader calmo". Già leader calmo, una sorta di ossimoro che rappresenta al meglio il neo tecnico azzurro, capace di portare aria di rivoluzione senza però ostentare né forzare alcunché. A dimostrazione del fatto che per far valere le proprie idee e farsi rispettare non sempre serve urlare o stracciarsi la giacca di dosso, talvolta basta costruire veri rapporti di fiducia con i giocatori che hai a disposizione e in questo il tecnico di Reggiolo è forse il numero uno al mondo.
Vogliamo vincere? Certo. Dunque lasciamoci guidare, lui sa come si fa. E quando avrete dubbi sul modo in cui gestisce la rosa Ancelotti ricordate una semplice cosa: anche "Il Gattopardo" e "Bohemian Rhapsody" inizialmente furono malviste, ma sappiamo tutti adesso che razza di capolavori sono stati ognuno nel loro campo di appartenenza.
Se dunque il paragone azzardato quest'oggi tra questi due capolavori e l'idea di calcio del tecnico azzurro risulterà azzeccato, sará lecito aspettarsi grandissime cose da questo nuovo ed emozionante Napoli fieramente targato Carlo Ancelotti.