Franz Borghese in mostra al Maschio Angioino
Sarà possibile visitare fino al 26 novembre la nuova mostra d’arte di Franz Borghese al Maschio Angioino, l’evento intitolato “Ci rivedremo a Filippi” sarà visitabile a titolo gratuito. Si tratta di una mostra istituzionale nella quale viene ricordato il pittore e scultore italiano scomparso a Roma nel 2005.
L’evento, a cura di Marina Guida, è stato organizzato dalla galleria Italarte in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Una mostra eccezionale che si articola in tre parti principali: sette acqueforti del 1975 tratte dalla produzione “l’amore classico”, venti disegni a china originali, otto tempere inedite di medie e grandi dimensioni degli anni ’90 e una scultura di bronzo.
Franz Borghese è stato indubbiamente uno degli artisti più importanti del secondo Novecento italiano. Le sue opere ricche di poetica restituiscono una nitida immagine della borghesia dell’epoca attraverso un linguaggio pittorico ricco di ilarità e ironia. Attraverso questo approccio scaturisce una visione fantastica della realtà che fa della propria interpretazione una metafora universale.
I temi ripresi sottolineano la perdita dei valori e l’acuirsi delle debolezze umane attraverso la caratterizzazione ironica di alcune rappresentazioni dell’agire umano quotidiano: cardinali, assassini, gentiluomini con il cilindro e il cagnolino, nobili decaduti e funanboli. Tutti in affannoso costante movimento, dispersi e alla deriva, deformati e caricaturizzati al fine di trasformare la realtà in un grottesco teatro di figure.
L’impegno antimilitarista dell’artista si evince dalla sua volontà di fare luce sugli orribili avvenimenti che hanno caratterizzato la Guerra e con essa i grandi stermini di massa. La sua volontà è quella di smascherare gli orripilanti lati nascosti di una borghesia mediocre ed ipocrita, vittima del suo stesso costume e della propria morale. Artefice della più grande violenza, quella dell’indifferenza nei confronti del prossimo.
Il titolo dell’evento è stato preso in prestito da una frase celebre che, secondo la tradizione, sarebbe attribuita al fantasma di Giulio Cesare. Infatti all’interno dell’opera dello storico Plutarco, le “Vite parallele”, il poeta narra che Bruto ossessionato dai sensi di colpa dopo l’assassinio di Giulio Cesare viveva sogni ripetuti in cui una figura misteriosa dalle sembianze ambigue gli ripeteva <<sono il tuo cattivo demone, Bruto ci rivedremo a Filippi>>. Solo alcuni secoli dopo, con l’interpretazione dello scrittore inglese William Shakespeare, la figura venne associata a quella dell’imperatore assassinato. Nel corso del tempo l’espressione è entrata nel linguaggio colloquiale come metafora della resa dei conti.