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La Rivoluzione del “Bask-In”

Scritto da Andrea Esposito Il . Inserito in Il Pallonetto

bask in

Con Stefano Argento dei Napoli Bask-In, la prima associazione sportiva dilettantistica partenopea dedicata a questa disciplina (presso la palestra dei Salesiani in Via Don Bosco), abbiamo fatto una lunga chiacchierata proprio su questo sport unico presentando la conferenza stampa del prossimo 15 dicembre.

Stefano Argento e i due amici d’infanzia Vittorio Scotto di Carlo e Mauro Rotunno arrivano al bask-in da attività diverse: tutti hanno avuto un passato da giocatori di basket ma anche un presente da insegnanti. Il loro lavoro ha reso il loro ingresso in questo mondo ancora più rapido.

Come avete conosciuto questo sport?

“Beh noi il bask-in come sport lo abbiamo conosciuto relativamente da poco tempo, ma Vittorio durante le ore scolastiche ha da molto tempo sviluppato lezioni di basket con ragazzi speciali ed anche io da tempo ho un corso di basket per ragazzi affetti di autismo presso la palestra del liceo Mazzini al Vomero grazie alla associazione vomerese della “Città adattabile” molto attiva in questo settore. Questa nostra esperienza ci ha spinto a contattare la Bask-In Cremona che è la responsabile a livello nazionale per la disciplina, tutto questo ha portato alla nascita nello scorso giugno della ASD Napoli Bask-In che ad oggi conta 12 atleti normo-dotati e 12 diversamente abili.”

Noi siamo abituati alla divisione in ruoli del basket come il play o il pivot. Anche nel bask-In è così?

“Nel bask-In il ‘ruolo’ viene assegnato dopo aver sostenuto dei test fisici. Un ex giocatore di basket impiegherà minor tempo nell’eseguire un movimento od un tiro rispetto ad un semplice appassionato ed ancora di meno rispetto ad un diversamente abile, quindi in base a criteri specifici viene aggiudicato un ruolo che va da numero 1 al numero 5. Facendo un esempio rapido l’ex giocatore è un 5, l’appassionato ricopre il numero 4, il ruolo del 3 può essere ricoperto dai ragazzi affetti da sindrome di Down mentre i ruoli 1 e 2 vengono ricoperti da ragazzi diversamente abili che non hanno capacità motorie.”

Come si gioca a Bask-In?

“Nel bask-in oltre ai classici canestri del campo da basket se ne utilizzano altri due posti ai lati della linea di metà-campo (ad altezza mini-basket) dove all’interno di un semicerchio ci sono i ruoli 1 e 2 che restano in questa area del campo in attesa che un compagno di squadra porti la palla proprio in questa zona dove il diversamente abile nell’arco di 10 secondi deve cercare di far canestro, andando così ad incidere sul punteggio di squadra anche in maniera molto forte. Ovviamente non si può pensare di mettere in competizione un 5 (ex giocatore di basket) con un 1 o un 2 (diversamente abile che non ha capacità motorie). Questo sport è a misura di atleta. La cosa più bella che il regolamento impone è il tetto massimo di 3 tiri per giocatore: ogni atleta beneficia di tre tentativi ciascuno, una volta ‘bruciate le cartucce’ l’atleta in questione è obbligato dal regolamento a rendere partecipi i compagni. Con questa regola si evita che l’ex giocatore di turno possa monopolizzare la partita segnando a ripetizione, questo paletto incentiva ancora di più il gioco di squadra e la creazione di una famiglia prima ancora che di una vera e propria squadra.”

L’agonismo e la competizione uniti con l’integrazione: mix perfetto?

“Questo sport, il Bask-In appunto, richiama molto i concetti di basket ed inclusione perché è aperto a tutti. Non parliamo solo di disabilità, si tratta di una pratica sportiva dove possono partecipare uomini, donne, giovani, meno giovani, chi già gioca a basket o chi si cimenta per la prima volta, ma soprattutto non c’è differenza tra normo-dotati e diversamente abili. Il Bask-In è uno sport per tutti. Noi non vogliamo assolutamente sostituirci a chi fa terapia o lavoro giornaliero con i ragazzi, noi vogliamo solo dare la possibilità ai diversamente abili di fare attività agonistica. La nostra attività mira alla competizione, noi non facciamo ‘sconti’ e non esiste compassione. Tutti devono rispettare il regolamento.”

Avete riscontrato particolari difficoltà in questi mesi di attività?

“In soli due mesi per questione di spazi siamo stati costretti a chiudere le iscrizioni, non abbiamo spazi. Essendo completamente privi di sponsor, ci autofinanziamo, è difficile fittare palestre più capienti. Speriamo che qualche benefattore possa darci una mano. Anche per questo la nostra associazione ha organizzato una conferenza stampa aperta al pubblico per sabato 15 dicembre presso l’istituto dei salesiani in Via Don Bosco alle ore 16.30 dove presenteremo le nostre attività e faremo un allenamento per far vedere concretamente in cosa consiste la nostra attività.”

Tutta la mole di attività che attuate richiede molta attenzione da parte di tutti: cosa bisogna fare per essere istruttori di Bask-in?

“Quelli che tu chiami noi li chiamiamo atleti, mi riferisco agli atleti che si allenano con noi tutte le settimane. Nel primo mese di attività non sapevamo il numero di ragazzi diversamente abili, al primo allenamento ad esempio erano 10 normo-dotati e 6 diversamente abili. Proseguendo l’attività sono aumentati anche i ragazzi e questo ci ha obbligato ad ampliare il nostro campo di controllo. Siamo stati fortunati ad incontrare sul nostro cammino Giancarlo Garraffa ed i suoi Charlatans che insieme ci danno una mano settimanalmente abilitandosi per ricoprire il ruolo di istruttore, ora ben 7 Charlatans sono anche istruttori.”

Ora non mi resta che darvi appuntamento numerosi all’istituto dei Salesiani in Via Don Bosco sabato 15 novembre alle ore 16.30 per conoscere questa splendida realtà e per vedere coni vostri occhi la potenza integrativa ed educativa di uno sport di squadra.

Tags: Basket Bask-in