Segnali di fumo dalle montagne d’Abruzzo
Questo voto in Abbruzzo sicuramente conferma alcune tendenze di fondo importanti che non sono tutte negative. Il centro-destra torna a fare il suo mestiere con Matteo Salvini e vince in modo convincente sia il primato come partito della Lega che come coalizione.
La Lega quasi raddoppia i voti delle politiche, assestandosi ad un lauto 27%, che la conferma come leader di una coalizione in cui Forza Italia, anche con Silvio Berlusconi in sella, sembra avviata in un sentiero di decadenza inesorabile. Solo un nuovo leader potrebbe cambiare questa tendenza all’interno del centro-destra e si spera che Berlusconi se ne renda conto, mettendo da parte per un po’ il suo proverbiale amor proprio. Il centro destra offre così un’alternativa di centro-destra ad un paese che ha quasi sempre espresso un voto maggioritario di centro-destra. Si noti che questa tendenza non è solo uscita in Abruzzo, ma anche in altre precedenti elezioni regionali, ma queste elezioni regionali sono particolarmente significative perché rispetto al Friuli, siamo scesi di parecchio a sud lungo lo stivale, in territori ancora vergini per la Lega. Non ci fa piacere assolutamente, ma è un elemento di chiarezza, poiché, come si dirà meglio più avanti, un governo giallo-verde è un obbrobrio politico da superare al più presto.
Il PD stenta, superando appena l’11%, ma la coalizione va molto bene, rispetto alle ultime performance. Il 30% non è male. Ed è un segno inequivocabile che senza Matteo Renzi non si scompare, ma anzi si ridà una speranza al centro-sinistra che sembrava ormai destinato a scomparire a detta anche dei suoi stessi dirigenti. Il rinnovamento della leadership dovrebbe invertire definitivamente la tendenza non solo per la coalizione e il polo, ma anche per il partito in se.
Il MoVimento 5 Stelle, invece, fa un gran flop. E questo è un'altra tendenza positiva, a mio modo di vedere, per il paese e la democrazia, poiché trovo che il M5S abbia soltanto inquinato le acque della democrazia e della politica da quando è sceso in campo. Quindi, prima gli italiani se ne rendono conto, meglio sarà per tutti. Dopo pochi mesi, il governo gialloverde è già alla corda. Il paese è in recessione da due trimestri consecutivi. Lo spread resta altissimo, annullando gli effetti positivi dell’appartenenza alla UE. Il paese è bloccato nel suo processo di crescita dall’adagiarsi del M5S su posizioni oscurantiste di piccole minoranze di NoTAV, NoTap, NoTriv e così via negando, che rallentano gli investimenti, invece di accelerarli e loro non se ne rendono neppure conto. Si identificano con queste sciocchezze propagandistiche e demagogiche senza rendersi conto che sono servite solo a prendere voti di qualche frangia marginale, ma non si può governare inseguendo queste posizioni minoritarie ed oscurantiste. La prova del governo doveva servire al M5S per scrollarsi di dosso questa area oscurantista che ha, ma niente, insistono che la TAV non si deve fare e i lavoratori cominciano a capire che non sono un’alternativa. Il reddito di cittadinanza non piace al 60% della popolazione, ma loro non l’hanno ancora capito.
Al PD manca ancora un segretario nuovo. E manca la riunificazione di tutto il centro-sinistra nel Partito Democratico ciò che doveva essere il grande progetto che Renzi ha mandato a carte 48 e devo dire anche prima di lui Walter Veltroni.
Un grande input verrà sicuramente dal fatto che, da un po’ di tempo, da quando cioè Renzi non interviene quotidianamente nel dibattito, il centro-sinistra non litiga più. Se si riesce a raggiungere questo obiettivo di unità, secondo me, il centro-sinistra tornerà ad essere nuovamente un polo di attrazione. Il nuovo leader è necessario anche per un altro motivo: i parlamentari del PD devono seguire la linea del partito e non avere una propria linea non discussa con il resto del partito. In queste ultime settimane è sempre più evidente una rottura fra un gruppo parlamentare che appare ormai datato e non più rappresentativo del partito e la
nuova leadership che, non a caso, non sostiene la linea del gruppo parlamentare. Da marzo, si dovrebbe ricomporre anche questo ulteriore elemento di divisione interna al partito, ma fino alle prossime elezioni il dualismo gruppo parlamentare versus partito è destinato a perdurare, il che sarà un elemento di difficoltà in più per l’affermarsi di una linea nuova del partito.
Questa elezione abruzzese ha una importanza non trascurabile, poiché cambia un po’ il clima politico, poiché i leaders del M5S magari la smettono di fare i presuntuosi e gtli arroganti come stanno facendo in questi ultimi mesi al governo. Strappare gli applausi a Di Martedì non significa strappare voti nella cabina elettorale. Una volta si diceva: piazze piene urne vuote. Il populismo farà nascere una nuova espressione: mani che si spellano, urne vuote. Se il M5S continua con la sua demagogia perde. La demagogia paga quando sei all’opposizione, non quando sei al governo. Quando sei al governo contano i fatti non le chiacchiere.
Se alle prossime elezioni europee il centro-destra e in particolare la Lega mantengono questo livello trovato in Abruzzo, ma anche in altre elezioni regionali precedenti, quasi sicuramente Salvini chiude la Bottega del governo e si ritorna alle elezioni e il governo rischia di avere un governo quasi sicuramente tutto di centro-destra.
Del resto il M5S e monocorde. Un asino che raglia sempre le stesse sciocchezze alla fine la gente se ne accorge che non c'è una logica e li manda a quel paese. Poi sono nati perché il bipolarismo si stava sfaldando a causa delle politiche centriste di Renzi. Se Zingaretti riesce a riunificare tutto il centro-sinistra di nuovo, e ad accenderlo di passione nuova, si ritorna finalmente alla dialettica tra i due poli sinistra&destra e questo sarebbe un gran bene per il paese, poiché, il paese sta sempre più acquistando consapevolezza che il M5S ha solo inquinato le acque della democrazia e della politica senza fornire soluzioni. Contrariamente a quello che dicono, non hanno contenuto il disagio, ma lo hanno fatto esplodere. Non sono mancati gli errori dei governi di centro-sinistra che si sono succediti nell’ultima legislatura, ma non sembra che il M5S abbia la ricetta per superarli.
Per certi versi c’è da temere più Salvini che gli asini del M5S, ma il problema è che gli asini del M4S hanno incantato una buona parte della sinistra e questo deve finire perché altrimenti il centro-destra vince sempre. La dialettica di un paese deve essere bipolare: destra contro sinistra. Tutto il resto mi sembra veramente una diversione dalla retta via che un paese dovrebbe seguire. Un punto non trascurabile è che poi questo M5S è un terzo Polo che non sa di niente. Ha una politica fatta di slogan, senza ideali, senza morale, senza ricette per la crescita. Solo boutade. È cerchiobottista come la vecchia DC ed è di estrema destra come i fascisti e come Salvini, ma si traveste all’occorrenza di sinistra, di oscurantismo, di terzomondismo. Per me, questa confusione ideale, oltre che ideologica, è Il peggio del peggio. Non ci si può fidare di chi ha una totale amoralità, di chi rifiuta ogni ideologia, poiché basta far finta di accontentare il popolo se questo ti dà il potere, non importa per fare cosa. Il potere per il potere. Alla fine è solo una caccia alle poltrone migliori per se e i proprio clientes, parenti e amici.
Un terzo Polo così annulla la dialettica democratica. Questo è il problema di fondo, poiché, lo stiamo vedendo, crea un grande blocco di centro destra o, a ben vedere, di destra-destra del 60% del paese e questo è veramente un mostro politico, qualcosa di inaudito e mai visto prima. Un fatto non scontato di questo tripolarismo è che, al contrario di quanto sta accadendo in Spagna, dove il terzo polo (Podemos) è di ultra-sinistra movimentista, il terzo polo italiano è guidato completamente da gente di destra o di estrema destra. Gente che, in larga parte, si autodefinisce “fascista liberale” e che proviene dal Movimento Sociale Italiano. Il governo gialloverde sta dimostrando chiaramente che il M5S è di fatto un terzo Polo di destra.