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Rousseau e il referendum

Scritto da Ernesto Nocera Il . Inserito in A gamba tesa

salvinando

Bisogna prendere molto sul serio l’adesione dei 5 stelle alle teorie di Jean Jacques Rousseau ed alla loro perversa torsione referendaria.

Nel suo “Contratto sociale” Rousseau parla della “volontà generale“ come assoluta e intoccabile. Senza indagare sui meccanismi della sua formazione Ogni dissidenza è “un pericolo per la società” (testuale ) e va eliminata. Non mi sembra il massimo della democrazia. Inoltre poiché la detta volontà è intoccabile chi ne va a parlarne non è che un semplice “portavoce” senza diritto ad alcuna autonomia né di parola né di pensiero. Egli era fermo avversario di qualsiasi forma di democrazia rappresentativa. Esattamente la concezione dei grillini che per questo motivo sono contro il dettato costituzionale sull’autonomia dei parlamentari.

Rousseau maturò la sua esperienza politica nelle piccole comunità svizzere in cui era facile procedere a consultazioni generali. Egli stesso però si rese conto che confrontarsi con grandi realtà politiche e sociali complesse e fatte di milioni di persone creava grandi difficoltà. Casaleggio, Grillo & Co. hanno pensato di trovare nella rete lo strumento per ovviare a tale difficoltà consapevoli che il fatto di essere i “padroni” della rete avrebbe dato loro il potere di controllarla. Coerentemente con questa impostazione teorica il “Movimento” è contrario alla democrazia rappresentativa ed alle sue istituzioni. Casaleggio va predicando da tempo l’inutilità dei parlamenti e la loro prossima estinzione mentre Grillo vuole svuotarne la funzione con il ridicolo ‘sorteggiando’ i parlamentari. Come a dire: per quel poco che vale un parlamento può anche essere fatto ad capocchiam. Una concezione essenzialmente anti-democratica dato che rimette il potere in mano a pochi autonominati decisori.

La complessità della società moderna richiede invece un “corpus” di politici professionisti a tempo pieno che abbiano l’obbligo e la possibilità di studiare e approfondire le questioni cruciali della vita del Paese e il dovere di renderne conto agli elettori perciò la democrazia rappresentativa resta l’unico strumento possibile. Essa richiede ai cittadini molta più consapevolezza che fare un semplice “click” su cose che non si conoscono. La ‘democrazia della rete’ è una bufala messa in circolo dai suoi padroni. Il suo lato oscuro è il potere di influire sulle persone ed orientarne le scelte.

Abbiamo sotto gli occhi migliaia di esempi: dall’intervento dei servizi russi a favore di Trump e in Italia a favore di Lega e 5stelle, alla immensa rete di controllo messa in piedi dalla Cina. Una rete di controllo in cui ogni singolo cittadino viene controllato e inquadrato socialmente in base a indici predefiniti di fedeltà al regime. Un incubo orwelliano che massifica l’individuo e ne mortifica la personalità.

La civiltà occidentale che ha le sue basi nella filosofia classica greca muove da principi opposti. La dignità dell’individuo, la consapevolezza delle scelte e l’assunzione di responsabilità per le loro conseguenze. E’ difficile essere coerenti a questi orientamenti ma sono essi che fanno di noi tutti individui responsabili, non sudditi manipolati dal potere.