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Canova e l’antico, il MANN ospita il dialogo fra passato e moderno

Scritto da Felicia Trinchese Il . Inserito in Mostre

Canova e lantico

A partire dallo scorso 28 marzo, fino al prossimo 30 giugno, il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ospita una mostra straordinaria per tematica e corpus espositivo copromossa dal Mibac – MANN con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo nell’ambito dell’importante protocollo di collaborazione che lega le due istituzioni – sull’ultimo degli antichi e il primo dei moderni, Antonio Canova.

L’esposizione, “Canova e l’antico”, mette a fuoco per la prima volta in un unico evento quel rapporto continuo, profondo e fecondo che legò Canova al mondo classico diventando un artista capace di scandire e rinnovare l’Antico guardando alla natura secondo il monito di Winckleman, padre del neoclassicismo: imitare gli antichi, non copiarli, per diventare inimitabili.


La mostra ha ottenuto il sostegno della Regione Campania, i patrocini del Comune di Napoli, della Gypsotheca (Museo Antonio Canova di Possagno) e del Museo di Bassano del Grappa. Inoltre è stata realizzata con la collaborazione di Ermitage Italia. Curata da Giuseppe Pavanello, uno tra i massimi studiosi dell’artista, e organizzata da Villagio Globale Internatiol, “Canova e l’antico” tocca, in questo percorso espositivo punte che hanno valore di paradigma, ponendo luce sul dialogo tra antico e moderno che diventa una costante irrinunciabile per Canova.


Il MANN ha riunito in questa esposizione, oltre ad alcune antiche opere di rilievo, più di 110 lavori del grande artista, tra cui ben 12 straordinari marmi, grandi modelli e calchi in gesso, bassorilievi, disegni, dipinti e altro poste in un dialogo di continuità con le opere custodite dal Museo. Molti sono i prestiti internazionali avvenuti per raggruppare questi capolavori, in particolare dall’Ermitage di San Pietroburgo che vanta la più ampia collezione canoviana al mondo.


Un altro elemento peculiare della mostra sarà la possibilità di ammirare tutte insieme e dopo un attento e minuzioso restauro le 34 tempere su carta a fondo nero conservate nella casa natale dell’artista, chiaramente ispirante alle pitture pompeiane su fondo unito. Con le tempere Canova sperimentava il suo contrario, passando dal bianchissimo marmo di Carrara ai campi neri, intendendo porsi, appunto, come redivivo pittore delle raffinatezze pompeiane ammirate in tutta l’Europa.


Il confronto fra le opere di Antonio Canova e le opere classiche costituisce l’assoluta novità di questa mostra, evidenziando un rapporto unico tra un artista moderno e l’arte antica. Per tale ragione il MANN si è presentato come luogo appropriato per rappresentare questo legame tra presente e passato, affrontato già nella mostra, ancora in corso di “Fuoriclassico. La contemporaneità ambigua dell’antico”.