25 aprile, Salvini scopre la lotta alla mafia
Il Ministro dell’Interno Salvini coglie un’altra opportunità per essere divisivo e alimentare la discordia. A Roma, in occasione della Festa della Polizia, annuncia che il 25 aprile sarà in Sicilia, a Corleone, per manifestare contro la mafia. E, ha ricordato, che in quella data ci saranno in tutt’Italia manifestazioni di segno opposto, fasciste e anti-fasciste, per lui, evidentemente, equivalenti, e ha commentato: “Non mi interessa il derby fascisti-comunisti”.
Alcune osservazioni sono necessarie.
Certo bisogna cogliere con soddisfazione il fatto che dopo aver posto al centro della sua attività esclusivamente la lotta ai migranti, il Ministro scopra, in questi giorni, il cancro della mafia, ma la scelta della data pare provocatoria, strumentale.
La indispensabile lotta alla mafia che, da parte di un Ministro dell’Interno, dovrebbe essere quotidiana e silenziosa non deve essere contrapposta alla commemorazione della Liberazione; noi speriamo che un Ministro della Repubblica sappia cosa essa sia stata. Nel dubbio lo riassumiamo.
Il 25 aprile attesta, simbolicamente, la fine di uno scontro che ha riportato la democrazia in Italia; un risultato che solo spiriti anti-democratici possono sottovalutare o, addirittura, negare. La Liberazione ha posto fine alla dittatura che ha soffocato la libertà, ha provocato enormi danni materiali e immateriali e ha trascinato il Paese in una guerra sanguinosissima. Non è stato un derby; per restituirci libertà e dignità uomini e donne, giovani e no, si sono impegnati fino al sacrificio della vita. E non è stato nemmeno uno scontro fra fascisti e comunisti; infatti mentre da un lato con i fascisti c’erano i nazisti, dall’altro c’erano forze democratiche ed eterogenee ma accomunate dall’obiettivo di dare un regime democratico all’Italia.
Gli atteggiamenti e le dichiarazioni di Salvini dimostrano una colpevole ignoranza, un tentativo (inconsapevole?) di intorbidire la memoria e, così facendo, fiaccare lo spirito democratico.
Purtroppo da alcuni mesi si è accentuato un clima pesante; si ripetono manifestazioni di estrema destra (Forza Nuova, Casapound) con una accresciuta frequenza e sfacciataggine. Accanto a queste minoranze esiste una vasta e pericolosa “zona grigia”; persone, anche esponenti politici, che non possono essere etichettate né fasciste né di estrema destra ma che dimostrano di sottovalutarne il pericolo o addirittura di apprezzarne certi aspetti.
Con le sue dichiarazioni un Ministro della Repubblica ci ricorda, ancora una volta, che la democrazia non è acquisita una volta per tutte.
Occorre ribadire con forza che la lotta alla mafia e la difesa della democrazia non sono antitetiche ma il 25 aprile ricordiamo coloro che ci hanno consentito di vivere in una democrazia, per sua natura imperfetta, che vogliamo mantenere, migliorare anche con la lotta alla mafia. Ed è il Ministro Salvini, paradossalmente e involontariamente, che ci ricorda l’importanza di commemorare il 25 aprile, anniversario della Liberazione.