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Whirlpool: #placesthatmatter (luoghi che contano)

Scritto da Dalia Casula Il . Inserito in A gamba tesa

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Quando si discute di realtà produttive consolidate e strutturate del Sud Italia, si tocca una nota dolente del Bel Paese, i pochi presidi industriali esistenti oggi sono per certo conseguenza della resilienza del tessuto imprenditoriale, politico e sociale in un territorio arido.

Il lavoro inteso, costituzionalmente parlando, come strumento di riscatto e dignità per i cittadini è nel Mezzogiorno ancora una chimera, lo si ravvisa in ogni statistica ufficiale, ma anche guardandosi intorno riconoscendo la precaria condizione in cui vivono le donne, i nostri giovani e i vicini di casa, privi di prospettive concrete di una progettualità condivisa e comune.

A questo contesto, cronicamente instabile, sono oggi rivolti circa 60 dei 140 tavoli di crisi industriale presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tra tutti il tavolo di crisi Whirlpool scuote nel profondo la città di Napoli: sono circa 420 i lavoratori interessati, e con loro le famiglie perché “oltre quei cancelli non c’è niente”.

Il dibattito si è riacceso nei giorni scorsi poiché- all’indomani della sigla del rinnovo del piano industriale 2019-2021, lo scorso 25 ottobre 2018, che prevedeva investimenti per circa 250 milioni di euro, ripartiti tra gli stabilimenti dislocati sul territorio italiano, a fronte del rinnovo degli ammortizzatori sociali della CIGS. Nello specifico- l’azienda ha manifestato la propria volontà alla riconversione dello stabilimento, ed alla successiva cessione del ramo d’azienda, per garantire la sostenibilità del sito e la profittabilità dell’investimento.

Ciò che sorprende è come mai proprio oggi si valuti la cessione di una realtà storica, allocata nel napoletano dal 1953, sopravvissuta a tutte le fusioni ed acquisizioni del gruppo, al passaggio dalla gestione familiare ad un managment internazionale, ancor più sorprende la riallocazione della produzione in Italia, ad Ascoli Piceno.

Ieri ci si è riuniti intorno ad un tavolo, il dialogo ed il confronto sembrano una strada percorribile. Occorre tuttavia puntualizzare che quanto mai in tali scenari è indispensabile il ruolo di vigilanza e monitoraggio per l’attuazione dei piani delle Istituzioni. Il piano di un’ azienda, necessita infatti di una implementazione fatta di piccole misure attuative volte a garantire che quelle parole messe nero su bianco diventino uno strumento concreto a vantaggio dei lavoratori delle comunità interessate.

Ciò che rende lo Stato tale è la sua capacità di vigilare, monitorare ed agire attraverso le Istituzioni nei luoghi a ciò deputati, ai quali è attribuito tale compito, ma ancor di più il dovere.

I luoghi che contano, sono quelli in cui c’è progettualità, dialogo, confronto. Ai luoghi che contano, la settimana prossima l’arduo compito di restituire a questi cittadini un lavoro, una dignità, non con proclami, post o annunci, bensì con i fatti.