Da leggenda a realtà: foresta di corallo nero scoperta alle Tremiti
Dopo anni di studi effettuati da un team di esperti, è stata confermata l’esistenza di una foresta di corallo nero alle isole Tremiti.
Il raro corallo nero è stato riconosciuto per la prima volta circa 10 anni fa, per mezzo di un’immersione nell’Area Marina Protetta. Da allora sono iniziati gli studi sul territorio e ad oggi essi possono dirsi conclusi in modo davvero sorprendente.
Invero si tratta di un habitat marino di grande pregio ecologico e conservazionistico, che ospita una notevole biodiversità, nonché un habitat elettivo per la riproduzione di numerose specie.
Tuttavia, le foreste di corallo nero sono ormai una vera rarità nel Mediterraneo, poiché minacciate pesante¬mente da una serie di impatti antropici come ad esempio la pesca e gli scarichi urbani.
Carmela Strizzi, direttrice dell’ente parco nazionale del Gargano, racconta all'AdnKronos: «Due anni fa abbiamo avviato lo studio per capire se effettivamente in quei fondali ci fosse del corallo nero, in quali quantità ed esattamente dove si trovasse, e da questo studio è emerso che c'è una foresta di corallo nero, molto diffusa. È una scoperta che, dal punto di vista biologico, ha un valore enorme».
Si tratta di una specie molto particolare, detta “corallo nero” anche se è di colore bianco, a causa del suo scheletro nero.
Fortunatamente questa qualità rara e protetta, nonostante sia molto affascinante, non è disponibile ai fini commerciali, cosa alquanto positiva a detta della direttrice del parco del Gargano.
L’ente del parco vuole rimettere mano alla zonazione dell’Area marina protetta per rafforzare la tutela di questa rarissima foresta.
Le Amp sono di solito suddivise in tre zone di protezione (Zona A, Zona B e Zona C), alle quali corrispondono diversi livelli di tutela che vanno dai divieti assoluti ai divieti parziali di varie attività tra cui pesca e turismo.
La zona A è una zona di riserva integrale, soggetta al maggior numero di divieti, balneazione compresa, ad esclusione di ricerca scientifica e servizi.
Si tratta di una scoperta di tale importanza, alla quale il National Geographic ha riservato un ampio documentario di 45 minuti.