La sfida coraggiosa delle primarie
Senza timore di essere smentiti, possiamo già dire ad oggi che l’idea di celebrare le primarie aperte del 25 novembre, rappresenta di per sè una scelta di grande coraggio politico. È bene ricordare che il gruppo dirigente nazionale del Partito Democratico avrebbe potuto utilizzare la norma dello Statuto che consentiva al Segretario Nazionale, Pierluigi Bersani, di essere direttamente il candidato alla leadership dello schieramento democratico e progressista. Invece la competizione aperta, con candidature plurime dentro e fuori dal PD, si sta confermando come un’iniziativa politica coerente con la missione storica di riavvicinare i cittadini alle istituzioni democratiche. Le primarie nazionali del 25 novembre rappresentano quindi, innanzitutto, una scommessa politica con la quale si chiama alla mobilitazione l’elettorato dell’area del centrosinistra per definire in modo partecipato un’offerta politica capace di essere credibile per la maggioranza degli italiani. I primi segnali che arrivano da ogni parte del territorio nazionale sono sin qui incoraggianti. In ogni angolo del Paese, in ognuno dei Comuni italiani, attraverso uno sforzo straordinario di impegno e generosità da parte di tanti volontari, dal 4 novembre sono aperti luoghi (gazebo, sedi di partito o di associazioni) che consentono a migliaia di cittadini di sottoscrivere l’Appello al sostegno alla coalizione “Italia Bene Comune” e di registrarsi nell’Albo degli elettori, per poi votare nella domenica del 25 novembre. Come ci dicono anche gli ultimi sondaggi che si sono diffusi, l’area del centrosinistra si sta allargando, come dimostra la crescita potenziale del PD che arriva ad interpretare nuovamente una vocazione maggioritaria che stabilizza la coalizione del centrosinistra. Le primarie nel Mezzogiorno rappresentano ancora di più una straordinaria opportunità. E’ qui, nel Sud del Paese, dove si aprono contraddizioni fortissime sulla qualità della vita in molte aree urbane colpite da diffuse illegalità e degrado economico, che un’iniziativa riformista può avere successo se parla alle migliori energie e a tanta parte della società civile che chiede più mercato e più Stato, più libertà e meno vincoli. Dal Mezzogiorno può dispiegarsi un vero successo politico dell’operazione delle primarie, se si riuscirà ad interpretare realmente l’ansia di cambiamento profondo di migliaia di cittadini. E a Napoli, dove vi è stata una competizione precedente che ha lacerato il centrosinistra e favorito una soluzione al governo della città segnata da elementi di populismo, le primarie della coalizione “Italia Bene Comune” possono aiutare a ricomporre la frattura tra cittadini e istituzioni, tra un’opinione pubblica esigente e istituzioni che stentano a trovare un indirizzo positivo di buongoverno. In questo senso a determinare il successo, conterà molto la partecipazione al voto nella domenica del 25 novembre, le file ai gazebo di milioni di italiani che con il loro voto determineranno l’individuazione del candidato alla Presidenza del Consiglio. Infine, ma non in ultimo, il successo della candidatura di Pierluigi Bersani offrirà garanzie solide per definire un progetto di cambiamento riformista e popolare, capace di vincere le sfide del futuro.