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Oman: il paese delle torri (prima parte)

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Napoli IN & OUT

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Terra di marinai e guerrieri, l’Oman è attualmente, sotto la guida del sultano Qaboos Bin Said al Said, sovrano assoluto quanto illuminato, uno dei paesi arabi più stabili e sicuri del mondo.

Salito al potere con un incruento “golpe” di palazzo, ha portato, grazie agli introiti del petrolio e la posizione strategica, il benessere al suo popolo, ed adesso, differenziando l’economia, lo vuol mantenere ai vertici del cosiddetto mondo “Arabo dorato”, quello dove regna il “welfare” ed il terrorismo è solo una notizia in televisione.

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Ubicato nel sud-est della penisola arabica, ma con il controllo della penisola di Musadam,punta che si insinua nello stretto di Hormuz, sbocco unico del Golfo Persico sul mare Arabico e l’Oceano Indiano, ed indispensabile per il controllo della navigazione verso il resto del pianeta; la nazione stessa ha la forma di un gigantesco molo proteso sul mare. Da qui partivano i “dhow” che hanno colonizzato la costa orientale africana, prima dei Portoghesi, e poi in contrasto con loro.

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Gli Omaniti sono stati, sin dagli albori della storia, degli splendidi marinai. Appartengono a pieno titolo a quei discendenti dei mitici naviganti Fenici, grazie ai cui studi l’Amalfitano Flavio Gioia inventò la bussola. Gran parte della costa dell’Africa e tutte le isole cosiddette Mascaregne, dal Madagascar alle Comore, da Mauritius alla Reunion, per la nostra cultura, erano state ufficialmente scoperte dai Portoghesi agli albori del XVI secolo, erano, in realtà, già meta di mercanti e colonizzatori Omaniti sin dall’anno 1000.

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La capitale, Mascate, è una città di mare. Oggi super-moderna e funzionale, con i suoi quartieri residenziali e ipermercati, servita dai più forniti ed attuali shopping-center, collegati tra loro da arterie a 4 corsie a scorrimento veloce, non può comunque celare il suo passato romantico ed avventuroso. La città antica, con il suo porto vecchio, meta di turisti, ha il suo fascino, ma unico è arrivarci percorrendo la strada litoranea, che attraversa la miriade di piccole cale, alcune veri e propri fiordi, dalle pareti rocciose e scoscese, su cui è costruita la parte costiera della città. Uno spettacolo meraviglioso, che ci ricorda, in grande, i paesini delle nostre coste, Liguri o Amalfitane, quelle scoscese dai panorami mozzafiato, e ci da l’idea di che provetti marinai dovevano essere i loro antenati.

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Particolarità e bellezza dell’Oman, è che nella zona centrale del paese, immediatamente oltre la linea costiera, si innalzano impervie montagne, con cime che rapidamente raggiungono i tremila metri, dando alla nazione quell’aspetto impervio e selvaggio, teatro di cruente guerriglie nel passato. Strappato il controllo ai Persiani attorno al 600 dopo C., gli Omaniti non sono sempre stato il popolo pacifico che ci appare oggi, hanno combattuto estenuanti guerre, sia di difesa del territorio, che di espansione,come nel Belucistan. Occupati dai Portoghesi, con cui sono stati storici nemici per interessi commerciali nell’Oceano Indiano, hanno combattuto contro ed affianco ai Britannici, con i vicini Wahhabiti, che dall’Arabia saudita tentarono nell’800 di espandersi verso oriente a loro spese.

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Recentemente, nel 1954 una rivolta delle regioni interne, capitanata dall’imam Ghalib, che asserragliato a Nizwa, capitale del Jabel Akhdar, le montagne verdi, entrò in contrasto con il sultano di Mascate. La diaspora, dopo alterne vicende, con l’intervento degli Inglesi al fianco del Sultano, si risolse con la definitiva sconfitta e perdita del potere degli Imam. Per tutti questi combattimenti, la zona, peraltro splendida, delle Montagne verdi, è disseminata di Torri. Nei posti più impervi sorge una torre o un fortino.

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Se non un vero e proprio castello fortificato con il suo villaggio, che, come un pulcino sotto la chioccia, gli si ripara quasi nascondendosi sotto le mura. Alcune sono abbandonate, le più belle restaurate e aperte ai turisti, ma, nel suo insieme, lo spettacolo evoca un passato di combattimenti epici, nello splendore di uno scenario naturale di una rara bellezza. Profonde gole si aprono all’improvviso, dove la roccia appare così aspra e arida che un arbusto è monumento, sorge, inaspettato, un palmeto.

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Ogni spaccatura della roccia può nascondere un villaggio, verde di palme e ocra delle case fatte di pietra, e la vegetazione esplode, risucchiando l’acqua che giace nel profondo della terra. Ma alle volte si apre un “Wadi”, una polla d’acqua, o più propriamente, un corso d’acqua che si insinua, magico, tra le rocce. Un percorso che consiglio a chiunque si rechi in Oman per turismo deve fare, ma con le dovute cautele, perché le strade spesso sono piste, a strapiombo, con dislivelli da capogiro. Un buon fuoristrada è necessario, ma non basta, senza una buona pratica di guida simile, è meglio unirsi ad un gruppo. In ogni caso l’esperienza è mozzafiato.

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A sud le montagne cedono il posto al deserto, all’improvviso, dopo discese degne delle più eccitanti montagne russe, la roccia si tramuta in sabbia. Lo scenario cambia. Il Deserto.