Il parcheggiatore semiabusivo
Quel personaggio lo incontri ovunque, a Napoli e dintorni, ma lì ti fa più impressione. A piazza Vittoria, pochi metri dal lungomare liberato, il parcheggiatore abusivo davvero stona col contesto.
Pizzerie, ristoranti, bar, tutti locali alla moda dove si riversano ogni giorno migliaia di persone, anche tanti stranieri. Noi indigeni, per parcheggiare lo scooter (e pagare 50 euro per due margherite più bibita perché, si sa, anche il belvedere ha un prezzo e poi “chissà quanto pagano gli esercenti come canone di locazione”) siamo quasi obbligati a mettere il cavalletto nelle strisce bianche in piazza Vittoria, poco prima che inizi la zona pedonale di via Partenope.
Don Gennaro (nome di fantasia) presidia il territorio e tu, che manchi da tanti mesi in quei posti, non puoi fare a meno di notare che moto e scooter sono centinaia, in pochi metri quadrati. Vorresti protestare contro l’abitudinaria estorsione di chi ti chiede soldi per far sostare le tue due ruote là dove il parcheggio dovrebbe essere gratuito.
Ma due (almeno) sono le variabili: moglie o amici o colleghi o clienti ti attendono per trascorrere una manciata di minuti in uno dei luoghi più belli del mondo. Inoltre, don Gennaro è educatissimo. Ha il potere del Magnifico Rettore e ti concede la laurea senza nemmeno un esame: “Prego, dottò, non vi preoccupate, ci vediamo dopo”. In realtà nessuno si preoccupa, ma lui, il parcheggiatore ormai semiabusivo, inconsapevolmente mette in pratica la captatio benevolentiae.
La gentilezza, il titolo di studio concesso o anche soltanto evidenziato, la pazienza (?) di attendere il tuo ritorno per farsi pagare, spesso smorzano la rabbia anche del più civico dei difensori civici. Dopo pochi minuti, però, ti chiedi: ma come è possibile che ci sia un parcheggiatore abusivo in uno dei posti più sorvegliati della città?
A brevissima distanza da consolati, prefettura, auto di polizia e carabinieri, agenti di polizia municipale, un’attività illegale diventa semi legale. Addirittura mi dispiace se queste poche righe causeranno problemi al gentile don Gennaro, ma pur non essendo un eroe mi sento obbligato a segnalare. Forse soltanto la scomparsa del denaro contante ci salverà.