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Canta Napoli

Scritto da Giorgio Gravier Il . Inserito in Il Pallonetto

Napoli che canta

All’indomani della pausa per le nazionali, ci si riaffaccia al campionato e si prepara la sfida per restare in Europa. L’amarezza e un vago sentimento di abbattimento per l’umiliante sconfitta rimediata in casa della vecchia Signora aleggiano ancora sull’ambiente partenopeo, ma ora è il momento di guardare avanti. Tra una settimana ci si gioca già un bel pezzo di stagione, e con i sudamericani Gonzalo Higuain, Federico Fernandez e Pablo Armero in rientro dagli impegni con le proprie nazionali, e non disponibili prima di venerdì, si fa largo per sabato la possibilità di un turnover con Britos, Pandev e il neo acquisto Reveillere che scalpitano per una maglia da titolare.

Il momento è forse dei più delicati perché contro i ducali non si possono più perdere punti, pena un definitivo distacco da Roma e Juventus, e in terra teutonica contro i vice campioni d’Europa ci si gioca la possibilità di poter uscire vincitori da questo girone di ferro che nelle notti londinesi ha quasi rischiato di stritolarci. All’indomani di queste sfide impegnative attende, ancora distante, la sosta natalizia e il mercato di Gennaio. Come al solito al club partenopeo vengono affiancati mille nomi, più o meno probabili, e Benitez pur senza dare indicazioni precise continua a rassicurare la piazza in merito a dei rinforzi che sicuramente arriveranno. Ma in attesa di quella che potrebbe essere una delle campagne acquisti più imponenti della storia recente di questa società è importante che chi è già arrivato smaltisca definitivamente le scorie mentali di Torino e ritrovi la fiducia necessaria per preparare al meglio le prossime sfide.

La squadra è chiamata, ora più che mai, ad una prova d’orgoglio che la renda degna delle grandi aspettative che la piazza ha su di lei. Inutile nascondersi dietro un dito: probabilmente le parole del tecnico juventino Antonio Conte alla vigilia della sfida di campionato persa due settimane fa, hanno palesato una mancanza di bon ton da parte del tecnico bianconero, ma sono, tutto sommato, vere. Il Napoli è una squadra che viene dal secondo posto in classifica in campionato, e nell’ultima apparizione in Europa con Mazzarri, è uscita agli ottavi. Benitez e il nuovo gruppo, non per far meglio, ma quanto meno per eguagliare quei risultati, sono chiamati oggi ad un nuovo sforzo. Perché il calcio, soprattutto nel Bel Paese, è fatto così: ama parlare di bel gioco, moduli, tattica e turnover, ma ti giudica solo alla luce dei risultati che ottieni. Alla fine tutto si riduce ad una semplice operazione algebrica: la somma. E oggi non si possono più aggiungere dei muti zeri al bottino che si è già messo da parte.

Però, le scusanti, se questo Napoli non dovesse andare oltre in Champions e non riuscisse a lottare fino all’ultimo per lo scudetto, di certo non mancano. Il girone degli azzurri in Europa è senza dubbio uno dei più equilibrati e difficili che si siano mai visti, e nello stivale Roma e Juve corrono ad un ritmo così impressionante: le prospettive statistiche le vedrebbe trionfatrici in uno qualsiasi dei campionati degli ultimi cinquant’anni. Ma tutto questo non può e non deve diventare una scusa per delle prestazioni imbarazzanti come quelle offerte dalla squadra del tecnico spagnolo all’Emirates e allo Juventus Stadium. E’ giunto il momento di tirar fuori una buona dose di carattere, bisogna andare a cercarsi quei tre punti che ogni giornata ballano in gioco con grinta e cattiveria per tutti i novanta minuti di una partita, perché più di tutto ci si è stancati di essere un eterna promessa. Sabato si aspetta in casa il Parma e poi via verso Dortmund, si è già dimostrato in questo avvio di campionato che la qualità non manca a questa squadra, ora è giunto il momento che si metta in mostra anche una buona dose di personalità. La città di Napoli è pronta a cantare ancora a lungo sulle note del "Surdato Nnammurato" come su quelle dell’inno della Champions, sta a questa squadra dargli ancora la possibilità di far sentire la sua voce dallo stretto fin oltre le Alpi.