Il Dramma di San Felice a Cancello: parla il Vescovo di Acerra
Qualche giorno fa la nostra regione ha vissuto un altro dei drammi che da anni affliggono la “terra dei fuochi”.
È stato scoperto a San Felice a Cancello un lago di lavatrici, frigoriferi, carcasse d’auto e rifiuti di ogni genere situati a dieci metri più in basso rispetto alla superfice di una cava dismessa da anni: la “cava giglio”.
L’operazione è stata ordinata dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha iniziato ad indagare, delegando la polizia metropolitana di Napoli.
Come se non bastasse, quando una troupe di reporter si è recata sul posto per indagare e documentare le operazioni di vigili del fuoco e polizia metropolitana, è stata fortemente aggredita. i due giornalisti sono difatti finiti all’ospedale di Maddaloni per essere medicati.
Il vescovo di Acerra Monsignor Antonio Di Donna, impegnato a Teano con i vescovi, sacerdoti e diaconi, di otto diocesi della Campania per riflettere sul dramma dell’inquinamento ambientale, ha espresso tutta la sua preoccupazione nei confronti della faccenda.
Ha rilanciato, per questo motivo, l’appello dei vescovi a «non tacere di fronte ad un vero dramma che già segna il presente e certamente segnerà il futuro delle nuove generazioni» ed ha invitato tutti, cittadini e istituzioni, a prendere coscienza e denunciare, affinché le nostre terre siano «bonificate».
Ma soprattutto invita a pregare affinché il signore converta i cuori di quelli che da anni, in maniera criminale e scellerata, devastano i nostri territori, già martoriati dallo scempio ambientale.