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Il Kobe-Day è stato una figata

Scritto da Andrea Esposito Il . Inserito in Il Pallonetto

kobe

Da una tragedia immane è nata una fantastica avventura che nella mattinata di domenica ha regalato emozioni a tutti, senza differenza tra appassionati e semplici curiosi.

Passare da play-ground interdetto dall’estate 2018 a cuore pulsante della cultura cestistica partenopea è un attimo.

È esattamente successo questo al campetto di Montedonzelli, in Via Dell’Erba al Vomero. Il campo rimesso a nuovo dai Napoli Charlatans di Giancarlo Garraffa fu chiuso al pubblico per atti vandalici riguardanti l’area che circonda il campo ormai due estati fa.

La tragica scomparsa della leggenda dello sport Kobe Bryant ha toccato il cuore di tutti: amanti o meno del basket hanno vissuto ore molto tristi dopo la diffusione della notizia dell’incidente di domenica 26 dicembre. Lo sconforto ha toccato anche Nick Hanson artista a 360° che con VeniceBall rammoderna campi da basket in tutto il mondo. Nick ha saputo dell’incidente durante l’intervallo della partita Napoli-Juve mentre era al San Paolo a guardare l’incontro, si perché lui era in vacanza a Napoli in questi giorni. Questo curioso caso del destino ha spinto questo ragazzo californiano a dover fare qualcosa proprio a Napoli per commemorare un idolo quale Kobe Bryant.

Da questa volontà irrefrenabile Nick, insieme ad altri ragazzi che sono legati a doppio filo con la palla a spicchi come Luca Mazzella (founder di Overtime – Storie a spicchi), Armando Grassitelli con la sua GuapaNapoli, e proprio quel Giancarlo Garraffa che abbiamo già citato, è nata una cosa fantastica.

Il campo che fino a poco fa era chiuso e quasi abbandonato al suo destino, nel giro di quattro giorni è diventato un vero gioiello. Il gioiello interdetto. Nick con la su arte, coadiuvato dal famoso street-artist Jorit che ha creato un ennesima opera d’arte su una parete che da al campo, i tantissimi ragazzini del quartiere che hanno dato una mano in ogni modo e ad ogni ora, hanno dato vita ad un vero dream-team.

Domenica scorsa il campo è stato riempito da amore, abbracci, sorrisi e palloni da basket. Tutti erano li a giocare per Kobe.

Quello che tutti ora si auspicano è proprio la riapertura definitiva dell’area, in modo da permettere a tutti di poter beneficiare di questa opera d’arte.

Non può più restare chiuso, non più.