Il basket è fermo: c’è un futuro da inventare
Con il consiglio federale di qualche giorno fa e l’ufficialità dell’interruzione della stagione 2019/20, la FIP ora dovrà essere capace di programmare una prossima stagione come un nuovo anno zero per la pallacanestro italiana.
Qualche settimana fa si è abbassata la saracinesca del basket tricolore annunciando lo stop anche di serie A1 e A2, le uniche categorie ancora senza stop ufficiali.
Il consiglio federale di Mercoledì 15 Aprile ha aperto la tavola rotonda dove la FIP, in concerto con la LBA per quanto riguarda la massima serie, la LNP per quanto concerne A2 e B e la Lega femminile, dovrà strutturare dalle fondamenta un sistema in grado di sorreggere la pallacanestro del domani.
Il primo passo verso il futuro è stato mosso con lo stanziamento di 4 milioni di euro ratificato dalla FIP volto a sostenere la partecipazione delle società maschili e femminili all’attività sportiva della stagione 2020/2021; cercando di costituire un salvagente per le realtà che vorranno assicurarsi la partecipazione alla stagione ventura. Questa cifra non permetterà a tutti di salvarsi, ma insieme ad una auspicabile defiscalizzazione delle cifre legate alle attività di partnership tra squadre e sponsor può essere un passo importante.
Inoltre molto probabilmente in questa estate assisteremo ad una sorta di “selezione naturale”: i rispettivi campionati vedranno gioco-forza ridursi il numero di partecipanti, la forte crisi economica non farà sconti a nessuno. Andranno avanti solo società ben strutturate e solide, ed è proprio di queste realtà che la pallacanestro italiana del nuovo anno zero ha bisogno. Ad oggi l’ipotesi di una massima serie a 14 squadre e a cascata una A2 composta da 20 team ed una B a 40 sembra essere quella che più si avvicina alla realtà.
Questa chiusura della stagione corrente “annulla” tutto quanto fatto vedere sul campo da squadre che stavano ben figurando nei rispettivi campionati, questa discussione porta ad un altro interrogativo: come la mettiamo con le promozioni/retrocessioni?
Fino ad oggi, questa questione non è stata ancora affrontata sino in fondo. Non mancano numerose realtà di A2 che sarebbero interessate al salto in massima serie (Torino, Biella, Verona, Napoli, Forlì, Udine, Tortona e Ravenna sembrano le maggiori indiziate), come anche le varie Fabriano e Palestrina che stavano dominando i rispettivi gironi in B prima della pandemia.
Qui si rischia di anteporre interessi personali a quelli collettivi, la questione non risparmierà colpi bassi durante i mesi più caldi dell’anno. Restando nel vasto campo delle ipotesi, una valida potrebbe essere quella legata ad eventuali Wild-card concesse alle più meritevoli, secondo criteri da scegliere con cura, tra le squadre su citate nel caso in cui alcune realtà dei rispettivi piani superiori dovessero abdicare (si rincorrono voci di auto-retrocessioni richieste da più parti in Serie A1 per evitare fallimenti, come avvenuto la scorsa estate per la Scandone Avellino).
Saranno mesi senza basket giocato, ma saranno i mesi più importanti della storia di questo sport sotto il tricolore.