U.G.L.Y. o i tormenti di una generazione secondo Vittoria Piscitelli
In principio, fu la musica. Poi, la moda. La fotografia. Le arti figurative. Con queste poche quanto decisive pennellate è possibile definire le tappe che Vittoria Piscitelli ha percorso per arrivare a “U.G.L.Y. – U Go Losing Yourself” la prima personale nella sua città natale, inaugurata lo scorso venerdì 6 dicembre 2013 presso la galleria D’Ayala 6 – Deposito d’Arte, in via Mariano D’Ayala 6, nel cuore del quartiere Chiaia.
Vittoria Piscitelli è giovane, molto giovane. Se scrivere di arte non è mai facile, scrivere di giovani artisti lo è meno che mai, per la paura di incasellare, fissare su carta, cristallizzare troppo presto una poetica in continua evoluzione. Parimenti, la diffusione del lavoro degli artisti in erba è il doveroso riconoscimento alla loro più grande dote: il coraggio. Quel coraggio che richiede il mettersi in discussione creando, esponendo, diffondendo un qualcosa di profondamente proprio, in un mondo che ha fatto della riproducibilità (industriale, intellettuale, sociale) la propria essenza.
Prima di sbarcare con le sue creazioni alla galleria D’Ayala 6, la Piscitelli si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Pittura nel 2010. Due anni dopo, si laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, studiando anche graphic design, fumetto, illustrazione. Il suo primo vero amore è la musica, che l’accompagna da sempre. Una passione che ha trovato compiutezza con la band Vittoria e le Malelingue, con cui esordisce discograficamente nel 2012 con l’EP La Vendetta di Yoko. Al fianco delle note, l’attività nelle arti figurative si sviluppa, espandendosi. Partecipa a numerose mostre, tra le quali MELI MELO a Londra presso la RedChurch Street Gallery curata da Victoria Genzini, Marsida Rexhepaj e Riddhi Bhansali nel 2011 e nel settembre successivo partecipa a Milano alla mostra “Il Corpo della Donna” in occasione della settimana della moda milanese. Partecipa alla collettiva Pop Start Smart nel maggio 2013 curata da Giovanni Loria presso Mediateca Marte a Cava de’ Tirreni. Ad oggi, continua a frequentare l’Accademia di Belle Arti in veste di cultore della materia per il corso di Storia dell’arte Contemporanea della prof.ssa Aurora Spinosa. Intenso è però anche il suo rapporto con la storica dell'arte Federica De Rosa, la quale ha curato il commento critico nel catalogo di U.G.L.Y., la prima personale della Piscitelli a Napoli.
I punti di riferimento di Vittoria sono in buona parte contemporanei: Yoko Ono, Tracey Emin, Marc Quinn, Maurizio Cattelan, Hedi Slimane, Yves Saint Laurent e, über alles, Kate Moss. Esponenti mondiali della moda, della musica e della arti, principalmente d’origine britannica. Figure perfette nelle loro qualità, o che il mondo percepisce come tali. Ma cosa si cela dietro tanta perfezione, in particolare nel mondo della moda? U.G.L.Y. mira a rispondere a questa domanda: a scandagliare il tormento, le ossessioni del mondo moderno, l’obbligo dell’apparire rispetto all’essere, che comporta la mercificazione del corpo, soprattutto di quello femminile. La forma di questa ricerca è, a suo modo, semplice. La Piscitelli volutamente snatura i corpi perfetti di decine di modelle, le cui foto sono tratte dalla Bibbia della moda contemporanea, la rivista Vogue. Ma nell’era della post-produzione con Photoshop, dove anche le più piccole imperfezioni umane scompaiono per restituire al pubblico un’ideale di armonia, il rovesciamento del canone della bellezza contemporanea, operato da Vittoria attraverso opere-collage dissacranti, grottesche, caricaturali, corrisponde ad una denuncia ben precisa, legata alla sua generazione.
Infatti, nell’analisi delle opere esposte in U.G.L.Y., un elemento chiave è, come detto in precedenza, la giovane età dell’artista. Non tanto per la mera anagrafica, ma poiché diventa specchio di un malessere diffuso: “la sensazione tutta contemporanea di sentirsi inappropriati”, come la stessa Piscitelli scrive. Siamo davanti ad una generazione che non trova alcun sollievo nei grandi ideali politico/sociali. In particolare, le giovani donne d’oggi sono lontane dal fervore femminista che animava molte delle loro madri: le cronache nero/rosa/politiche degli ultimi anni ne sono la triste riprova. Davanti al vuoto ideale e politico, questa generazione ha quindi trovato un caduco rifugio nell’inseguimento perenne di una bellezza perfetta, che è, per definizione, irraggiungibile, con tutto ciò che ne consegue a livello di frustrazioni, paure, smarrimenti a livello fisico e psichico. Secondo l’analisi della De Rosa, in questo desolante quadro l’opera della Piscitelli richiama le istanze di Linder Sterling, artista femminista radicale e nota figura della scena punk di Manchester, che, a cavallo fra gli anni ’70 e ’80, si è scagliata contro lo stereotipo di donna divenuta oggetto di attrazione erotico-sessuale, presentando nelle sue opere un ironico e pungente ritratto del femminile nella società occidentale post-moderna.
In U.G.L.Y. non troveremo però risposte ai tormenti che assillano una generazione, malata forse di troppa opulenza. Questa mostra è piuttosto un utile viaggio dentro sé stessi, che avviene specchiandosi in una moltitudine di facce senza volti: belli, orribili, anonimi. Come conclude la stessa Piscitelli,“è una presa di coscienza sul nostro rapporto con il concetto di bellezza, o presunta tale. Nel tentativo, tutto interiore, di far pace con quel che sognavamo di essere, ma che non saremo mai”.
Per maggiori informazioni:
- Sito ufficiale di Vittoria Piscitelli
- Sito internet della Galleria D’Ayala 6
- Pagina Facebook ufficiale della Galleria D’Ayala 6
- Vittoria e le Malelingue – Pagina Facebook
- Vittoria e le Malelingue – EP La vendetta di Yoko, disponibile su iTunes
Di seguito, una selezione delle opere di Vittoria Piscitelli esposte alla galleria D'Ayala 6 per U.G.L.Y.