Annalisa Chirico: “i meridionali rischiano di essere anche moralmente inferiori”
La giornalista, sulla scia di Vittorio Feltri ritorna sulla questione meridionale. “I meridionali inferiori”? Lettura consigliata: Scritti sulla questione meridionale di Gaetano Salvemini.
“Vittorio Feltri ha il diritto di esprimere ciò che vuole. Ha posto un tema vero sui meridionali, perché un popolo che è economicamente più debole e più lento alla lunga rischia di essere anche moralmente inferiore”: è la controversa risposta, della giornalista Annalisa Chirico alle polemiche su Vittorio Feltri.
Nei giorni scorsi Vittorio Feltri, direttore di Libero, durante la diretta di Fuori dal Coro, su rete 4, rispondendo alle dichiarazioni di Vincenzo De Luca – che, a causa della curva di contagio in Lombardia, ancora alta rispetto al resto d’Italia, vuole chiudere i confini della Campania, qualora il Nord interrompesse il lookdown- ha alzato un vero polverone. “Io ho molta simpatia per Vincenzo de Luca” – che ricordiamolo è l’11esimo politico più social di Facebook, il governatore con più follower e secondo solo a Conte, per incremento di seguaci, durante questi tre mesi di emergenza – “Vorrei però chiedergli se la chiusura dei confini della Campania è solamente in entrata o anche in uscita. A me risulta che ogni anno 14mila campani vengono a farsi curare in Lombardia, perché le strutture ospedaliere al Nord sono più rassicuranti. Nessun odio. Qualcuno di noi vuole trasferirsi in Campania? Io non ce l’ho con la Campania. Tu Mario” – riferendosi al conduttore, Mario Giordano - “andresti in Campania? Perché dovrei andare in Campania a fare il parcheggiatore abusivo?
Il fatto che la Lombardia sia andata in disgrazia per via del coronavirus” ha fatto piacere a chi soffre “di un complesso di inferiorità. Io non credo ai complessi di inferiorità, io credo che i meridionali, in molti casi, siano inferiori”.
Annalisa Chirico, che nel 2012 ha pubblicato Condannati preventivi con prefazione di Vittorio Feltri, ha ribadito, a Non è l’Arena, su La7, che secondo lei i meridionali a causa del disagio economico, rischiano di essere, non solo inferiori economicamente, ma anche moralmente. Alla Chirico ha risposto con ferocia Luca Telese. Il Giornalista ha ricordato alla Collega di essere Pugliese: “vergognati. ‘Inferiore’ lo dicono i nazisti”. La Chirico si è difesa dicendo che con morale intendeva “la laboriosità di un popolo, la voglia di fare di un popolo, di intraprendenza. Chi è abituato a vivere col reddito di cittadinanza diventa più fiacco. C’è una parte del Sud che è anche più pigra”.
Come ricordava Giustino Fortunato è indubbio “che esista una questione meridionale”, oggi come allora. Secondo lo Storico esisteva “fra il nord e il sud della penisola una grande sproporzione nel campo delle attività umane, nella intensità della vita collettiva, nella misura e nel genere della produzione, e, quindi, per gl'intimi legami che corrono tra il benessere e l'anima di un popolo, anche una profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intellettuale e morale”. A questa considerazione positivistica e deterministica si contrapponeva la visione di Gaetano Salvemini – che in un saggio pubblicato nel 1910 definì Giovanni Giolitti “ministro della mala vita”, ritenendolo responsabile di trattare il mezzogiorno come fucina sforna voti - negli Scritti sulla questione meridionale. Salvemini asseriva di negare “assolutamente che il carattere dei meridionali, diverso da quello dei settentrionali, abbia alcuna parte nella diversità di sviluppo dei due paesi. Spiegare la storia di un paese con la parola razza è da poltroni e da semplicisti”. Lo sviluppo economico del Meridione è una “condizione pregiudiziale per la trasformazione dell’Italia in un paese civile”. Gli Scritti sulla questione meridionale sono una raccolta di cinquantacinque testi composti da Salvemini in cinquanta anni aventi come tema centrale la questione meridionale. Vennero pubblicati su diverse riviste dell’epoca, tra cui La Critica Sociale, L’Avanti!, La Voci, L’Unità.
Oggi come allora sembrano tornare di moda concetti oramai superati. Di questo passo potrebbe tornare in voga il pensiero lombrosiano. Cesare Lombroso asseriva che: “in genere i ladri hanno notevole mobilità della faccia e delle mani, occhio piccolo, errabondo, mobilissimo, obliquo di spesso; folto e ravvicinato il sopracciglio; il naso torto o camuso, scarsa la barba, non sempre folta la capigliatura, fronte quasi sempre piccola e sfuggente”.
Pensieri innovativi…nel ‘900.