La politica al Sud nel dopo Coronavirus
E' in corso un affannoso rincorrersi di provvedimenti politici per superare la fase del contrasto all'infezione del corona virus. E sorgono interrogativi e dubbi sulla legittimità dei provvedimenti assunti dal governo Conte e sulla loro efficacia soprattutto nel Mezzogiorno.
La via d'uscita dall'allarme per il contagio appare lunga. Superare i colpi inferti dall'infezione alle attività produttive, al regolare svolgimento degli scambi economici, non sembra facile. Le competenze istituzionali tra governo della Repubblica, Comuni e Regioni sono intricate e si sovrappongono.
E' dubbia anche la legittimità del ricorso da parte di Conte a decreti del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) per varare misure restrittive delle libertà costituzionali.
La catena di comando vede al primo posto alcuni scienziati, i virologi, contornati da studiosi e operatori delle scienze umane (economisti, storici, sociologi) che però non hanno adeguata influenza essendo stati scelti a casaccio. Seguono i governatori regionali e i sindaci raccolti nella Conferenza Stato-Regioni.
Questo affollamento di poteri genera conflitti di competenze e suscita preoccupazione nell'opinione pubblica. Alcuni si rammaricano del fallimento del referendum sulla riforma costituzionale che avrebbe riscritto i poteri distribuiti tra Stato e Regioni. Ma questa è acqua passata.
Ora si tratta di rispondere ad alcune domande.
1. Riusciremo a recuperare nel Mezzogiorno quelle attività e i posti di lavori che sono stati duramente colpiti dal crollo del turismo? E in quanti mesi? Con quali incentivi, aiuti, sgravi fiscali, con quali misure necessarie?
2. Il decentramento dell'industria manifatturiera dal Centro-Nord al Mezzogiorno è ancora un obiettivo possibile? Per quali produzioni eventualmente?
3. Il lavoro flessibile, il lavoro da casa, lo smart working, ha un futuro nel Mezzogiorno per gli occupati nelle attività produttive oltre che nel lavoro d'ufficio delle amministrazioni pubbliche?
4. L'invecchiamento tendenziale della popolazione meridionale apre la possibilità di organizzare nuovi servizi di assistenza, di aiuto, di vita associata? E con quali iniziative del settore pubblico e dei privati?
Si prega di rispondere con contributi scritti brevi, efficaci, insomma, se possibile, di poche righe. Grazie