Le Fondazioni bancarie come operano nel Mezzogiorno?
Le Fondazioni bancarie sono nate nel 1990 dalla fine delle banche pubbliche attraverso la riforma di Giuliano Amato. Si sono affermate come esperimento di “privato sociale”. Un soggetto ibrido, né propriamente pubblico né propriamente privato, che persegue un’utilità economica a fini sociali. Le fondazioni sono in gran parte azioniste fondamentali dei principali gruppi bancari italiani e ridistribuiscono i loro dividendi sul territorio nel quale operano.
I principali nodi da sciogliere sono il rapporto da tenere con gli enti locali e con la politica, se continuare a investire nelle banche, il ruolo che attraverso la Cassa Depositi e Prestiti le fondazioni giocano nella salvaguardia degli interessi nazionali.
In questi giorni l’economista Tito Boeri, a proposito del difficile rapporto Banche-Imprese, ha fatto una proposta: mettere questi patrimoni delle Fondazioni in un fondo a garanzia dei prestiti concessi dalle banche alle imprese.
Boeri propone la costituzione di questo fondo di garanzia perché si è abbastanza certi che una parte di questi prestiti non andranno a buon fine e le banche potrebbero avvalersi delle loro sofferenze sui patrimoni delle fondazioni.
Le Fondazioni hanno reagito duramente, sostenendo che il risultato di una tale operazione è distruggere i patrimoni delle Fondazioni bancarie e quindi, riducendo i loro patrimoni o annullandoli, verrebbe meno la ragione di esistere delle Fondazioni stesse perché non avrebbero i mezzi per svolgere le attività di istituto.
La proposta di Boeri, secondo le Fondazioni, porta alla scomparsa delle Fondazioni stesse. E si difendono ricordando che le Fondazioni hanno siti sui quali iscrivono ogni singolo atto di investimento o di erogazione appena deliberato. I cittadini, quindi, possono esercitare un vero controllo democratico visitando questi siti.
Le Fondazioni sono soggetti non profit, e tuttavia sono dotate di patrimoni che i loro amministratori devono investire bene e in maniera redditizia. I redditi servono alle fondazioni per svolgere la loro missione istituzionale di erogare gratuitamente finanziamenti per il sociale, la cultura, la ricerca, l’arte, la formazione. Questo è stato un dibattito molto interessante sul quale i partiti e le forze sociali però si sono ben guardati dall’intervenire. E nel Mezzogiorno come operano le fondazioni? La situazione al Sud è ancora più complicata.
Negli anni precedenti la crisi finanziaria le Fondazioni hanno erogato gratuitamente per il territorio di competenza fino a 600 milioni di euro.
Al Sud che è praticamente sprovvisto di Fondazioni bancarie, è stato attribuito solo il 3% del totale erogato. Evidente è la contraddizione con l’apporto con cui comunque il territorio meridionale contribuisce alle banche in termini di profitti.
Per sanare parzialmente il gap è stata creata negli anni scorsi la Fondazione per il Sud. Ma è solo una goccia nel mare di una problematica che meriterebbe ben altra attenzione da parte delle Istituzioni meridionali, dei partiti e delle forze sociali. O ci dobbiamo occupare nel Mezzogiorno solo di baretti, movida e Sinistra olistica, cioè movimenti politici e partiti della sinistra esageratamente ma solo a parole iperattivi?