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Magazzini fotografici ospitano il progetto “Bord de Mer” dell’artista Gabriele Basilico

Scritto da Felicia Trinchese Il . Inserito in Mostre

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A partire dallo scorso 19 giugno Magazzini Fotografici ha riaperto le sue porte dopo la momentanea chiusura dovuta al Covid – 19 e lo ha fatto ospitando la mostra del progetto “Bord de Mer” di Gabriele Basilico. L’esposizione, che sarà visitabile fino al prossimo 1 novembre di quest’anno, dà seguito, dopo la mostra di Letizia Battaglia e il Laboratorio SISF, alla collaborazione tra Magazzini Fotografici e LAB\ per un laboratorio irregolare di Antonio Biasiucci, due realtà attive nella promozione della fotografia.


Il progetto in mostra, “Bord de Mer”, è il risultato di una commissione ricevuta da Gabriele Basilico nel 1984/85, per conto del governo francese. L’autore fu, infatti, in quegli anni invitato a partecipare alla “Mission Photographique de la DATAR” (Délégation à l’Aménegement du Territoire et à l’Action Régionale), un grande progetto che coinvolgeva 20 fotografi di fama internazionale, chiamati a documentare e a interpretare, attraverso le immagini, le grandi trasformazioni vissute negli anni 80’ dai paesaggi francesi.

È da questa commissione che nel 1990 nacque il volume “Bord de mer” in cui Gabriele Basilico descrive attraverso la fotografia porti, spiagge, coste e scogliere a picco sul mare del Nord. Le immagini furono scattate in tre regioni francesi, da Dunkerque nel Nord-Pas-de-Calais fino a Mont Saint Michel in Normandia, passando per la Piccardia.

Il progetto, durato sei mesi, aveva sottoposto a Basilico un nuovo modo di concepire la fotografia. Quei luoghi del nord Europa, con il mare burrascoso, i cieli profondi, le nubi pesanti, con la pioggia insistente, il vento, il sole e la luce che cambiava continuamente, avevano spalancato una porta verso una nuova visione del paesaggio, un paesaggio che apparteneva a pittori come il Canaletto e il Bellotto, o come i Fiamminghi.

Il progetto organizzato dalla DATAR, fu, come afferma lo stesso Basilico, un’azione concreta volta a mettere in rapporto il paesaggio con la fotografia e a porre in discussione i vecchi metodi di rappresentazione geografica, che si ritennero non più adeguati a indagare la realtà. Fu proprio la fotografia il medium prescelto come erede dei vecchi sistemi di rappresentazione del paesaggio. Questo nuovo importante “passaggio” di statuto influenzò ampiamente il futuro della fotografia tra gli anni Ottanta e Novanta, rilanciando una nuova identità professionale per la figura del fotografo.