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VACCINO ANTICOVID: TANTI CANDIDATI. LA COMUNITÀ SCIENTIFICA DISCUTE

Scritto da Gabriele Crispo Il . Inserito in Napoli IN & OUT

VACCINO COVID

Russia e Cina hanno già il vaccino (dicono); entro fine anno arriverà il vaccino Usa. L’Ue sostiene il vaccino di Oxford e allo Spallanzani si è dato il via ai test al vaccino “tutto italiano”. Si accende il dibattito. Tarro, Burioni, Zangrillo e Galli: punti di vista diversi. Conte dice “NO” all’obbligo vaccinale.

«Per eliminare il Covid19 dalle nostre vite serve un vaccino»: è la frase, che in forme diverse, dicono tutti. La strada del vaccino sembra essere l’unica percorribile, ora che la “seconda ondata” è ufficialmente iniziata – in Francia Emmanuel Macron ha palesato la possibilità di reintrodurre nuovamente il lockdown – e che l’immunità di gregge, prospettata da un ramo della scienza, non è stata raggiunta. E come avveniva qualche decennio fa durante la Guerra Fredda, tra Stati Uniti e Unione Sovietica, ecco che le tre grandi potenze del mondo iniziano a “combattere” e a fare annunci. La corsa non è più quella su chi per primo crea la bomba atomica più potente della storia, oggi la battaglia è sul vaccino: chi creerà il vaccino che sconfiggerà il Covid? E, sopra ogni altra cosa, chi brevetterà per primo il vaccino?

E via con gli annunci…

Vladimir Putin sostiene che «Il primo lotto del nuovo vaccino contro il coronavirus sviluppato dall'istituto di ricerca Gamaleya è stato prodotto»: Sputnik V – dal nome del primo satellite lanciato dall’URSS nel 1957 attorno alla Terra – è stato testato perfino sulla figlia del leader russo. Oltre venti Paesi hanno preordinato più di un miliardo di dosi, nonostante gli scienziati e l’Organizzazione mondiale della sanità abbiano mostrato delle remore in quanto non sono stati pubblicati gli esiti degli stuti scientifici.

Ad5-nCoV, sviluppato da CanSino Biologics con l’Istituto di biotecnologia dell’Accademia delle scienze mediche militari, è il vaccino sviluppato dalla Cina. Quella dell’Ad5-nCoV è la seconda registrazione ufficiale di un vaccino antiCovid-19, dopo quello della Russia. La comunità scientifica ha mostrato delle perplessità in quanto il vaccino è stato registrato subito dopo la fine della Fase 2 e non dopo la fine della Fase 3, ossia quella che valuta l’efficacia del virus su migliaia di persone. Solo la fase 3, con decine di migliaia di partecipanti, può dimostrare che il vaccino è veramente sicuro ed efficace. «Questo vaccino utilizza un adenovirus del comune raffreddore (Adenovirus tipo 5, Ad5-nCoV) per introdurre l’informazione genetica del nuovo coronavirus nelle cellule umane, con istruzioni per produrre solo alcune delle sue proteine e generare una risposta immunitaria senza il rischio di soffrire di patologia».

Trump, negli USA in piena emergenza, nella serata conclusiva della convention repubblicana, ha annunciato a sorpresa che il vaccino anti-Covid19 verrà prodotto «entro la fine dell'anno, se non addirittura prima».

L’ mRNA-1273, è uno dei vaccini americani attenzionati. È stato messo a punto dalla società biotech statunitense Moderna ed è un vaccino “a base di Rna messaggero diretto contro la Sars-CoV-2”. Il vaccino codifica una forma stabilizzata della proteina spike che si trova sul Coronavirus. Dovrebbe così innescarsi un meccanismo di difesa: la proteina verrebbe riconosciuta dal sistema immunitario in caso di infezione e ciò potrebbe innescare una risposta immunitaria.

Ad oggi i vaccini anti- Covid-19 testati sugli esseri umani sono oltre 35 e quasi 90 sono in fase di produzione o di analisi sugli animali. La maggior parte di questi vaccini sono simili: il principio alla base è quello di permettere al sistema immunitario di riconoscere come una minaccia una proteina che si trova sull’involucro del coronavirus, e che è la porta di ingresso utilizzata dal Virus per penetrare nelle cellule umane.

Un vaccino degno di attenzione è sicuramente il ChAdOx1 nCoV-19, il vaccino sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con AstraZeneca e con la Irbm di Pomezia. Il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 utilizza la tecnica del “vettore virale”: si usa un virus non aggressivo, simile a quello che si vuole prevenire, a cui si attribuiscono in maniera artificiale delle informazioni genetiche che dovrebbero innescare la risposta immunitaria. «Il ChAdOx1 nCoV-19 utilizza un vettore virale di scimpanzè, con deficit di replicazione, basato su una versione indebolita di un adenovirus, contenente il materiale genetico della proteina spike Sars-CoV-2».

La Commissione europea ha scelto di sostenere questa ricerca ed ha firmato con la società farmaceutica AstraZeneca il primo contratto di acquisto anticipato di oltre 300 milioni di dosi di vaccini anti-Covid19 a nome dei Paesi membri dell’Ue. I Paesi della “Inclusive Vaccine Alliance” - Germania, Francia, Italia e Paesi Bassi - che avevano già avviato i negoziati con AstraZeneca, hanno chiesto alla Commissione europea di subentrare nell’accordo.

È in atto anche la sperimentazione di un vaccino italiano allo Spallanzani di Roma. Il direttore Francesco Vaia dice che «siamo ancora all'inizio, abbiamo cominciato con le prime somministrazioni. Non ci può essere nessun risultato. Comunque, le persone in questa fase non hanno avuto ad oggi nessun problema di intolleranza. Dobbiamo lavorare per un vaccino efficace, che deve essere prodotto per il bene comune. Ci auguriamo che possa mettere la parola fine a questa lunga battaglia contro il Covid19. Correndo, ma lavorando bene, pensiamo che per primavera prossima possa esserci, per quanto ci riguarda il nostro candidato vaccino, una possibilità di commercializzazione. Comunque ci sono tantissimi altri candidati nel mondo».

Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ricordato che bisogna «prevenire il nazionalismo dei vaccini. È necessario un accesso giusto ed equo alla diagnostica, alle terapie e ai vaccini in tutti i Paesi». Papa Francesco è dello stesso avviso: «Che triste sarebbe se nel vaccino per il Covid19 si desse la priorità ai più ricchi». Per il ministro della salute, Roberto Speranza: «Il vaccino è l’unica soluzione definitiva al Covid19. Per me andrà sempre considerato un bene pubblico globale, diritto di tutti, non privilegio di pochi».

Intanto si accende il dibattito scientifico sulla necessità o meno del vaccino anti-Covid19. In molti sostengono che «non esiste alternativa: il vaccino è la strada obbligata», anche se non c’è un vaccino che non desti perplessità.

Giulio Tarro sostiene che: «nell’affrontare le epidemie servono due cose: competenza e ordine e ciò soprattutto nelle vaccinazioni. La soluzione non sarà il vaccino anche perché in questo momento non ce l’abbiamo. Per un vaccino efficace e “privo di rischi” ci vogliono “almeno diciotto mesi” e non è detto che in questo caso funzioni perché non esiste un solo Covid19. Un virus può mutare in appena cinque giorni. Ripeto in “soli cinque giorni”. Siamo in presenza di un virus estremamente mutevole. Esistono più versioni del virus ed è per questo motivo che non può esserci un vaccino in grado, come nell’influenza, di metterci al riparo completamente. Difatti, se il virus ha come sembra più varianti, sarà complicato avere un vaccino che funzioni in entrambi i casi, esattamente come avviene per i vaccini antinfluenzali che non coprono tutto, a differenza di quello che si pensa. Il Covid19 potrebbe sparire completamente come la prima SARS, ricomparire come la MERS, ma in maniera localizzata o cosa più probabile diventare stagionale come l’aviaria. Per questo serve una cura più che un vaccino».

Per Roberto Burioni: «L’immunità di gregge senza vaccino possiamo scordarcela. Avete sentito sicuramente diversi politici (per fortuna non italiani) auspicare il raggiungimento dell’immunità di gregge attraverso la diffusione dell’infezione naturale da coronavirus. Uno studio recente apparso su Lancet indica che questa strada non è percorribile. La grandissima parte della popolazione (sopra l’80%) non è entrata in contatto con il virus, anche nelle zone dove il virus ha avuto una intensa circolazione. Questo è accaduto anche nelle nazioni – come la Svezia – dove non c’è stato un lockdown particolarmente severo. (…) Insomma, come per tutte le altre infezioni, per l’immunità di gregge ci vuole il vaccino; nel frattempo – senza paura e senza panico – continuiamo a vivere la nostra vita di sempre con qualche precauzione in più. Portare la mascherina nei luoghi affollati non è un sacrificio così drammatico, e sono sicuro che il disagio è solo questione di abitudine».

Un altro elemento di scontro è quello sulle vaccinazioni antinfluenzali. Per Massimo Galli «Essere vaccinati contro l'influenza aiuterebbe molto, perché si toglierebbe il rischio di sovrapposizioni con sintomi da Sars-CoV2. In altri Paesi vaccinano anche i bambini, perché sono grandi diffusori. Questo è l'anno per essere virtuosi. Il vaccino arriverà ma nell’attesa non si deve abbassare la guardia». Dello stesso avviso è Alberto Zangrillo: «Serve vaccinazione di massa contro l'influenza».

Ancora controcorrente è Giulio Tarro che riportando uno studio dell’esercito americano, rivela che il vaccino anti-influenzale «aumenta il rischio di contrarre il coronavirus del 36%. Interessante è anche uno studio della scuola olandese, pubblicato nel 2008, su un’epidemia da pneumococco e da meningococco attivata dal virus dell’influenza e dal virus respiratorio sinciziale. La situazione è molto complessa e va analizzata e risolta sul piano scientifico, non con i numeri che ci vengono dati. E nemmeno basandoci su dichiarazioni scientifiche che non approfondiscono un problema sollevato e che necessita di uno studio, il prima possibile. A Bergamo, il vero epicentro dell’emergenza come sottolineato da più parti, dove si è verificato qualcosa di ingestibile e che francamente ha stupito anche me, che mi trovo a lavorare con epidemie da decenni, c’è stata una richiesta di ben 185mila dosi di antinfluenzale. In concomitanza c’è stata un’endemia da meningococco per cui sono state richieste 34mila dosi. Tutti questi eventi sono sicuramente importanti, specialmente se messi a confronto con quello studio sull’esercito americano e quello olandese sul virus respiratorio sinciziale».

FONTI: SKYTG24; IL POST; FANPAGE; RAINEWS24; IL CORRIERE DELLA SERA; https://biomedicalcue.it/chadox1-ncov-19-vaccino-oxford-italia/20621/; https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2020-08/coronavirus-vaia-spallanzani-il-vaccino-sia-un-bene-per-tutti.html