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Lo scultore Domenico Paduano: una nuova opera donata al Comune di Vico Equense

Scritto da Francesca Ciampa Il . Inserito in Mostre

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Venerdì 11 Settembre 2020 alle ore 18.30 si svolgerà l’evento della donazione del ritratto scultoreo del Maestro Antonio Asturi realizzato dall’artista Domenico Paduano. L’inaugurazione dell’opera d’arte, donata per l’occasione al Comune di Vico Equense, si svolgerò al Museo Aperto Antonio Asturi MAAAM situato nel piazzale Giancarlo Siani.

L’evento si terrà nel rispetto del distanziamento sociale come stabilito dalla legge ed al fine di garantire la sicurezza sanitaria dei presenti l’ingresso sarà gratuito su prenotazione all’indirizzo e-mail biblioteca@comunevicoequense.it.

L’evento sarà introdotto dal Sindaco di Vico Equense Andrea Buonocore e dal figlio dell’artista, il Cavaliere Dottor Bernardo Paduano. A seguire interverranno figure di spicco del mondo culturale partenopeo come l’ex dirigente della Soprintendenza Beni storico artistici di Napoli, la dottoressa Ida Maietta nonché autrice di volumi di rilevanza scientifica nel settore di afferenza. Parteciperanno anche lo storico e biografo, Michele Pizzella e la Dirigente del Liceo Classico Publio Virgilio Marone di Meta, Immacolata Arpino.

La donazione è stata consentita grazie alla volontà del figlio dello scultore, Bernardo Paduano, il cui gesto ha arricchito il bagaglio culturale dell’intera comunità vicana e ha consentito di rinsaldare la memoria artistica del padre e del pittore Asturi. Senza alcun dubbio entrambi gli artisti, Asturi e Paduano, hanno rappresentato alcune tra le più brillanti menti artistiche del panorama culturale napoletano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi.

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A tal proposito, lo scultore Paduano, prese parte al conflitto mondiale sul fronte greco ed in tale occasione fu fatto prigioniero a Lepanto, sul fonte greco, e deportato dai Tedeschi in un campo di sfiancamento al lavoro ad Amburgo. Per salvarsi utilizzò il suo talento, producendo durante il suo periodo di reclusione innumerevoli ritratti per i suoi carcerieri, e strinse numerosi rapporti con altri artisti europei deportati nello stesso frangente con i quali intrattenne rapporti epistolari di notevole importanza (registrati presso l’Archivio di Stato di Napoli). Sopravvissuto alla guerra, Domenico Paduano fu insignito della medaglia d’onore della Repubblica e approfondì i suoi studi presso villa Massimo a Roma sotto il tutorato del Maestro Marino Mazzacurati, Emilio Greco e Pericle Fazzini. La sua fama e il suo talento sono oggi riconosciuti attraverso la presenza delle sue opere presso il Museo Diocesano di Sorrento, il Museo Nazionale di San Martino a Napoli, la Pinacoteca di Salerno nonché presso collezioni di numerose strutture ecclesiastiche partenopee.

Questa donazione è la testimonianza della rete di rapporti che Domenico Paduano aveva intessuto negli anni e che lo portavano al centro della scena creativa campana e nazionale. In particolar modo il rapporto con Antonio Asturi influenza la produzione artistica di Paduano, che vanta al suo interno anche numerosi dipinti, e li accomunava nella volontà di rappresentare pittoricamente i propri luoghi provenienza, rispettivamente Vico Equense per Asturi e Pompei per Paduano. Entrambi artisti del “vero”, i due amici raccontavano il mondo attraverso la propria arte e lo descrivevano realisticamente per ciò che era.